"CUCCCIOLI" Tragicommedia di Andrea Jeva (Collaborazione di Giampiero Solari) I diritti d'autore di "CUCCIOLI" sono protetti e tutelati dalla Soc. S.I.A.E. (Societa' Italiana degli Autori ed Editori). Le rappresentazioni e pubblicazioni sono soggette a royalty. Ogni richiesta relativa ai diritti d'autore, dovra' essere indirizzata a: S.I.A.E. / Sezione D.O.R. / Viale della Letteratura, 30 / 00144 Roma - Italy - L'autore richiede di essere informato per ogni produzione del presente lavoro - L'autore puo' essere contattato attraverso la S.I.A.E., o direttamente con e-mail (infogatto@andrea-jeva.it N.B. togliere il nome dell'animale dall'indirizzo) (Versione C7) Personaggi: MARIO - Ha fra i trentacinque e quarant'anni, porta gli occhiali, è amministratore delegato di una fabbrica di giocattoli. FILIPPO - Ha fra i trentacinque e quarant'anni, è un pittore di discreta fama negli Stati Uniti d'America, è soprannominato "Poppi". Parla con una lieve cadenza meridionale. EZIO - Ha fra i trentacinque e quarant'anni, veste in modo grossolano ma ricercato. E' un imprenditore. FABIO - Ha fra i trentacinque e quarant'anni, è direttore di banca, veste in modo serio. LUISA - Ha fra i trentacinque e quarant'anni, casalinga, veste in modo provocante. E' la moglie di Fabio. MASSIMO - Ha fra i trentacinque e quarant'anni. Vive in Africa. SILVANA - Ha fra i trenta e trentacinque anni. Vive in Africa con Massimo. (La scena è formata da due spazi sovrapposti fra loro. Uno spazio è situato a Milano, l'altro in Africa. - A Milano siamo in casa di Fabio e Luisa. Mario, Filippo ed Ezio sono loro ospiti, sono seduti ad un grande tavolo ed hanno appena terminato una ricca cena. Hanno bevuto e sono euforici. Sono visibili addobbi di festa. L'ambientazione è astratta e senza pareti. La zona- tavolo deve assumere un'importanza primaria. E' inverno. Si sente, stranamente, un temporale. - In Africa l'ambientazione è più particolareggiata senza però essere naturalistica. Il Luogo dove vivono Massimo e Silvana è situato nella foresta Ruvenzori, fra il Congo e l'Uganda, anche qui non devono esserci pareti. Ci sono due sedie e un tavolo, chiaramente "africani". Piove sempre. E' estate. Il sipario si apre mentre si sente un tuono. Sale un rumore di pioggia appena percettibile e registrato che sarà presente per tutto lo spettacolo). SPAZIO FORESTA (Penombra. Si vede e si sente la pioggia vera) (Silvana, vestita da suora in modo approssimativo ma credibile, è inginocchiata e sta pregando con trasporto. Si vedono oggetti che richiamano ad un rituale come ceri ecc. Massimo è un poco lontano. E' molto agitato) MASSIMO - (Trattiene il respiro. Poi di getto) Sono innamorato di Lei. (La guarda un attimo. Poi fugge via accostandosi al tavolo. Si siede lentamente. Respira profondamente come se si dovesse riprendere da un malore fisico). SPAZIO ITALIA (Contemporaneamente alla fuga di Massimo, nello spazio-Italia, tutti ridono smodatamente e con molto gusto. Si illumina lo spazio-Italia. Smette la pioggia vera. Tutti sono seduti intorno al tavolo tranne Luisa che è in piedi. Continuano disordinati rigurgiti di risa. Luisa inizia a sparecchiare il tavolo) MARIO - Portavamo ancora i pantaloni corti quell'anno. FILIPPO - Non avevamo neanche cominciato a fumare. EZIO - Tutto il pomeriggio a tirare calci al pallone! Come facevamo? FABIO - Imparavamo! FILIPPO - Sì, a tuffarci dal secondo trampolino! MARIO - (A Filippo) Ma ci piaceva di più il pallone! FABIO - Eravamo piccoli! (Si tocca la barba) Lisci come le mamme. Eravamo curiosi, scattanti, innocenti. FILIPPO - Divoratori! (Ride). LUISA - (Sparecchiando) Massimo arrivò quell'anno? (A Filippo) l'anno della "scorreggina"? MARIO - (A Filippo) Poppi detto scorreggina! (Ride) FILIPPO - Ma non per tutto l'anno! (A Ezio e Mario) mi avete chiamato scorreggina per poco... LUISA - (Sparecchiando) Per quanto? FILIPPO - Non lo so. MARIO - Avanti, per quanto? FILIPPO - Ma che ne so... un paio di mesi... (A Mario ed Ezio) Adesso basta con la "scorreggina" però... MARIO - Di più, altro che un paio di mesi, Filippo! (Ride). Quando Massimo è arrivato... FILIPPO - Ancora, Mario! LUISA - (Sparecchiando) E lì arrivò Massimo. FABIO - Luisa! (Pausa) Te l'ho già detto non l'hai capito? ...vorrei che non si parlasse di Massimo. LUISA - Sì che l'ho capito. Filippo, è lì che arrivò Massimo? FABIO - Neanche lui vuole parlare di Massimo. LUISA - (Come una sfida a Fabio) Filippo, è lì che arrivò Massimo? (Filippo non risponde. E' imbarazzato) EZIO - ...Si Luisa, dai Gesuiti. FABIO - (Cambiando discorso) Filippo, hai visto fuori com'è cresciuto l'albero... MARIO - (Con impeto, sovrapponendosi a Fabio, ritornando a quegli anni) Padre Viano! è vero che arriva uno nuovo da noi? (Ezio si atteggia subito come padre Viano. Mario e Filippo si mettono in fila vivendo al tempo della scuola) EZIO - (Facendo padre Viano) Sì, in terza A. La vostra classe! ...accoglietelo bene. (Imitandolo nel ricordo, scosta con una manata l'ipotetico ciuffo di padre Viano). E adesso silenzio! (Ridono al tempo presente. Filippo fa una scoreggia con la bocca. La scoreggia li riporta al tempo della scuola. Luisa ride con dei piatti sporchi in mano) FILIPPO - (A Luisa. Tempo presente) Massimo arrivò proprio quel mattino. Eravamo in cortile, ci stavamo mettendo in fila. LUISA - (A Filippo) "Poppi" ...La scoreggia l'avevi fatta davvero? FILIPPO - Sì. (Ridono) ...Però adesso basta con la "scoreggia". LUISA - Filippo, ma ti chiamavi Poppi da piccolo? MARIO - Fin da bambino. MARIO - Sì. (Ride). FILIPPO - (Sorridendo) Finché non siamo usciti con le ragazze... LUISA - E adesso negli Stati Uniti "Poppi" è il tuo nome d'arte... MARIO - ...Un pittore! Chi l'avrebbe detto. Ezio e MARIO - ...Il nostro "Poppi". LUISA - (A Filippo. Sedendogli vicino) Massimo arrivò quel mattino... e poi? FILIPPO - Massimo arrivò quel mattino per mano a suo papà. Padre Viano lo mise davanti: era il più bassetto. LUISA - ...Il più bassetto? (Ride) MARIO - Ancora più basso di "tappo": Memo, ve lo ricordate? (Gli altri annuiscono). FILIPPO - Sì, ma in classe lo fece sedere dietro con noi, c'era un banco vuoto. EZIO - (Facendo padre Viano. Al tempo della scuola. A Filippo) Giovanotto! Là dietro. (Indica l'ipotetico posto che coincide con il posto dove è seduto Filippo) Come si chiama? FILIPPO - (Si alza. Poi risponde facendo Massimo) ...Massimo. (Si guardano. Poi a Ezio) E tu? EZIO - (Facendo se stesso, sorpreso dal "gioco") Io? ...Ezio. MARIO - Io Mario! FILIPPO - (A Fabio) E tu? FABIO - Fabio! EZIO - (A Luisa) E Massimo domandò a Filippo: "E tu?". MARIO - (A Filippo. Tempo del ricordo) Poppi scorreggina! EZIO - (Agli altri ridendo) Sì, dai, chiamiamolo scorreggina! FILIPPO - (A Ezio) Guarda che glielo dico a tua mamma! EZIO - Cosa gli dici a mia mamma? FILIPPO - Che mi chiami con una parolaccia! EZIO - Scorreggina non è una parolaccia! FILIPPO - Sì invece, è peccato! EZIO - Non è vero! FILIPPO - Glielo dico a tua mamma! MARIO - Botte! Botte! (Ezio corre verso Filippo, stanno per azzuffarsi. Fabio li divide. Luisa ride) FABIO - Pace! pace! MARIO - Giochiamo ai quattro cantoni? (Parte una musica africana: tocchi misteriosi di legnetti, tamburi ecc. Giocano ai quattro cantoni formando un quadrato che abbraccia tutto il palcoscenico, contaminando così i due spazi. Luisa accorre veloce e si mette nel centro) SPAZIO FORESTA (La "musica africana" poi sfumerà) (Nel frattempo Silvana, vestita da suora, ha tentato di avvicinarsi a Massimo. Massimo l'ha più volte respinta voltandole in ultimo le spalle) SILVANA - (Avvicinandosi per l'ennesima volta) Mio signore... MASSIMO - Non si avvicini! SILVANA - La prego...(Si avvicina). MASSIMO - (Voltandosi verso di lei) Non si avvicini, stia lontana! SILVANA - La prego non mi respinga, ha visto? i nostri sforzi sono stati premiati: ha detto di essere innamorato di me. MASSIMO - Sì. (Protende la mano verso di lei). SILVANA - Non ha nulla da temere da me... (Si avvicina). MASSIMO - Stia lontana! (Pausa. Fanno un ballo "sacro" a loro volta contaminando i due spazi. Poi Lui sciogliendosi, si allontana) SILVANA - Massimo, che cos'hai! MASSIMO - Niente, niente... SILVANA - Signor Massimo, è stato buono padre Gioacchino, ha voluto lasciarci soli stasera, ha visto? MASSIMO - Sì, sono buoni i padri Missionari ...Lei è buona. I bambini negri sono buoni. Il Ruvenzori con la neve sulla vetta è buono (pronunciando lentamente come se volesse abbracciare tutto lo spazio con il suono) ...Africa. SILVANA - (Si avvicina a Massimo, guardando lontano) Con la pioggia ...e la neve sulla vetta. (Si allontana decisa, come per andarsene). MASSIMO - (Fermandola) Verrà a trovarmi ancora? SILVANA - I padri missionari lo permetteranno? MASSIMO - Sì, perché no? (Pausa) Tutto è dolce quando lei è qua. Tutto è puro, casto, buono. SILVANA - Signor Massimo... (Si guardano. Massimo si agita) Mi spogli! (Breve pausa). Spogliami! (Massimo con molta fatica avvicina la mano per spogliarla. Poi fugge verso la tavola. Massimo si siede lentamente. Respira affannosamente) MASSIMO - Non ci riesco. Mi sorprendi sempre con le tue invenzioni. Anche quel pomeriggio mi avevi sorpreso. (Si sente un tuono) SPAZIO ITALIA FABIO - Un temporale d'inverno! MARIO - Non si capisce più niente... LUISA - (Giocando ai quattro cantoni. Tempo presente) E Massimo era bravo ai quattro cantoni? MARIO - Ai quattro cantoni? ...Quando è arrivato a scuola ci sembrava un mostro: era bravo in tutto! EZIO - Meno che al pallone. Era un po' fragilino. (Ride). LUISA - (Meravigliata) Era un secchione? FILIPPO - Secchione, ma non leccaculo. MARIO - (A Luisa) La prima settimana fu il quinto della classe. Quella dopo terzo e poi sempre primo, sempre primo fino all'incidente. Lì cominciò a "battere la fiacca". (Fabio, smette di giocare ai quattro cantoni. Si siede al tavolo come per mandare un "messaggio". Gli altri si guardano interrogativi avvicinandosi a Fabio) ...Fabio, non sto parlando dell'incidente. Parlo di Massimo, così, per fare un esempio... LUISA - Che assurdità! (A Fabio) ...Dobbiamo chiederti il permesso di dire quello che vogliamo? ...ti rendi conto? FABIO - Senti Luisa, vorrei che ti controllassi un po', Non bere più, lo sai che non lo reggi il vino. EZIO - (A Luisa, offrendole del vino) Vuoi un po' di vino? ...ah no, scusa, ...quando lo reggerai. (Ride). MARIO - (Ridendo) Guarda noi invece! (Beve). Lì Massimo cominciò a "battere la fiacca", dopo l'incidente... ma prima... FABIO - (Interrompendolo) Sì, dopo l'incidente. Ma prima dell'incidente... Mario! non ti rendi conto che è banale parlare di quell'incidente proprio oggi? MARIO - Banale? (Ezio ride) FABIO - ...E tu Ezio? ...Si, siete sempre stati diversi voi due. (Ezio e Mario ridono di Fabio prendendolo in giro) MARIO - Ah sì, siamo sempre stati diversi... FABIO - (A Mario) Fai sempre l'amministratore delegato nella fabbrica di giocattoli? MARIO - (Non afferrando la domanda) ...Si. FABIO - Si vede! LUISA - (Rimproverandolo) Fabio! EZIO - (A Fabio) E tu fai sempre il direttore di banca? FABIO - Perché? EZIO - ...Si vede! FILIPPO - Per favore. Non ho fatto otto ore di volo per questo! EZIO - Ragazzi! Facciamo perdere tempo all'artista... FILIPPO - (A Ezio) Cosa c'entra l'artista... FABIO - Scusatemi, scusami Filippo. Non è che io non voglio parlare di Massimo, in fondo vi ho invitati proprio per questo... Solo che qui, Mario, in questa stessa casa, facevamo i compiti tutti insieme... e allora un po' di riguardo, no? ...per favore non parliamo dell'incidente, è chiedervi troppo? MARIO - Va bene, non ne parliamo più... FILIPPO - (Accondiscendendo) Va bene... EZIO - (Accondiscendendo) Niente incidente... MARIO - Piuttosto, perché non facciamo un bel brindisi invece? FILIPPO - Ecco! EZIO - Bravo Mario! A noi e a Massimo! (Alzano i bicchieri). LUISA - E a Silvana... EZIO - ...E a Silvana, ma senza nostalgie! ...facciamo schifo con le nostalgie! (Ride). LUISA - ...A Silvana e a Massimo! (Alzano i bicchieri e brindano) MARIO - (Sull'onda del brindisi) ...Dopo l'incidente Massimo cominciò a prendere brutti voti e a "Battere la fiacca" (A Fabio, come per giustificarsi) dopo l'incidente, giusto no? ...ma prima dell'incidente... EZIO - (Interrompe Mario. Fa padre Viano col ciuffo. Tempo del ricordo. A Mario) Signorino Massimo, i re di Roma! MARIO - (Con grande sicurezza. Facendo Massimo) Romolo, Numa Pompilio, Tullo Ostilio, Anco Marzio, Tarquinio Prisco, Servio Tullio, Tarquinio il Superbo. EZIO - (C. s.) Bravo signorino Massimo. I dieci comandamenti! MARIO - (C. s.) Io sono il signore Dio tuo, non avrai altro Dio al di fuori di me... EZIO - (C. s. Interrompendolo) ...Bravo signorino Massimo. L'inno di Mameli! MARIO - (C. s. Comincia a cantare l'inno di Mameli. Filippo e Luisa si aggiungeranno al canto) FRATELLI D'ITALIA,/ L'ITALIA S'E' DESTA;/ DELL'ELMO DI SCIPIO/ S'E' CINTA LA TESTA./ DOV'E' LA VITTORIA?/ LE PORGE LA CHIOMA;/ Ecc. EZIO - (C. s. dice. "Silenzio!". Fino ad interromperli con molto nervosismo) Adesso silenzio! (Quando si zittiscono, riassesta con la manata l'ipotetico ciuffo di padre Viano. Ridono). Quando era nervoso gli partiva la mano! (Ride) E adesso silenzio! ...Signorino Mario! MARIO - (Fra sé e sé) Porca Miseria! EZIO - La poesia Rio Bo, di Aldo Palazzeschi! MARIO - Rio Bo... (Non se la ricorda). EZIO - (Dando uno scappellotto a Mario) Non se la ricorda signorino Mario! (A Filippo) Signorino Massimo, Rio Bo di Aldo Palazzeschi. FILIPPO - (Facendo Massimo) Rio Bo, di Aldo Palazzeschi... (Inizia la poesia tutta d'un fiato, gli altri lo guardano stupiti. TRE CASETTINE/ DAI TETTI AGUZZI/ UN VERDE PRATICELLO,/ UN ESIGUO RUSCELLO: RIO BO,/ UN VIGILE CIPRESSO./ MICROSCOPICO PAESE, E' VERO,/ PAESE DA NULLA, MA PERO'.../ C'E' SEMPRE DI SOPRA UNA STELLA,/ UNA GRANDE, MAGNIFICA STELLA,/ CHE A UN DIPRESSO... (Ad un certo punto della poesia interviene la "musica africana" e Filippo dissolve la voce fino al Silenzio). SPAZIO FORESTA (La "musica africana" poi sfumerà) MASSIMO - (A Silvana, ancora vestita da suora). Tutte queste cose mi fanno riprovare le stesse sensazioni di allora. E a te? SILVANA - Anche a me le stesse... ma mi viene da inventare. MASSIMO - Va bene Silvana, continuiamo ad usare nuove invenzioni, ma non precipitiamo, devi stare più attenta a quello che mi dici. SILVANA - Sì ci provo. MASSIMO - Sei pronta? SILVANA - Sì. MASSIMO - Forza, ricomincia! (Fanno il racconto romanzato della loro storia, comunicandosi le sensazioni, non dette, di allora) SILVANA - "Sono innamorato di te" disse quel pomeriggio nel parco, e s'allontanò voltandomi le spalle. (Lui le volta le spalle) Io rimasi assorta e affascinata allo stesso tempo... MASSIMO - (Interrompendola. Tempo presente) Assorta e affascinata? ...Non me l'avevi mai detto. SILVANA - Non interrompere! (Lo fa voltare) ...Lui era lì a due passi, lo guardai (Lo guarda) ...perché era così agitato? Volevo tranquillizzarlo e tentai di avvicinarmi... (Si avvicina). MASSIMO - (Fermandola) Mesi e mesi erano passati senza riuscire a manifestarle il mio amore. Il mio segreto, aveva impedito ogni cosa. Poi il fatto nuovo: saperla con un altro! La pedinai per settimane e finalmente quel giorno, trovai la forza di dichiararmi. Ma l'impulso di fuggire dominava la mia volontà... (Si allontana). SILVANA - La prego non si allontani, ha visto? i nostri sforzi, la nostra tenacia è stata premiata: ha detto di essere innamorato di me. (Si avvicina). MASSIMO - Non si avvicini! SILVANA - Non ha nulla da temere da me... (Si avvicina). MASSIMO - "Stia lontana!". (La guarda). La sua bellezza mi fece soffrire. L'avrei avuta? Avrebbe accettato il mio segreto? ...avrei voluto dimostrarle ancora il mio amore... "E' meraviglioso oggi... Lei è un giacinto d'acqua fiorito come quelli che sono sul fiume Congo, lei è una stella come quelle che si affacciano sul lago Edoardo nelle sere di festa, ma ancora di più lei è la luna, è il tramonto visto con i piccoli negri e l'ippopotamo, con il monte Ruvenzori variegato di rossori, con i pipistrelli sì, i pipistrelli che con il volo arruffato ricamano il cielo e poi, lei è l'immobilità dell'Africa quando si chiama foresta (Comincia ad agitarsi), ...lei è il profumo dei fiori e della legna quando brucia, è il suono degli uccelli dove è sera e dove è mattino, lei è il risveglio dalla notte...". Ma scappai invece (Scappa), senza più fermarmi. Senza più voltarmi. Scappai... (A Silvana sciogliendosi) Huff vedi Silvana ...Non ci riesco. (Ride). SILVANA - (Prende un saio) Massimo, guarda! fingi come me! (Glielo porge). Mettitelo. MASSIMO - Fingere come te? dai Silvana... SILVANA - Mettitelo! MASSIMO - (Balbetta) Ma è di ppadre Gggioacchino? SILVANA - Che t'importa di chi è. Mettitelo! ...proprio oggi. MASSIMO - Vuoi rivivere così la nostra storia? SILVANA - (Sorride) Hai paura? MASSIMO - Nno Ssilvana. SILVANA - Suor! ...Silvana. MASSIMO - (La guarda. Si affretta a mettersi il saio) ...Suor Silvana, (Teneramente) ...Lei capisce tutto. Come potrebbe, altrimenti, essere l'intero tremolio delle stelle quando guardo il cielo... SILVANA - (S'inginocchia davanti a lui) Lei mi fa rabbrividire, mio signore... L'attrazione che sento per lei mi fa fremere... MASSIMO - Aspetta Silvana! Andiamo avanti solo con la nostra storia. Io sono già scappato. Poi ti ho telefonato... continua! SILVANA - Senza fingere? MASSIMO - Sì. SILVANA - Va bene ma ...padre Massimo ...come riuscirà a parlarmi ancora delle stelle, della notte, della bellezza? MASSIMO - Aandiamo aavanti ho ddetto. Mettiti là. (Indica il divano) Sei a casa tua! In Italia! ("Musica africana". Massimo si leva il saio. Silvana si leva il copricapo da suora) SPAZIO ITALIA (La "musica africana" poi sfumerà) FILIPPO - (Continuando la poesia) CHE A UN DIPRESSO.../ OCCHIEGGIA CON LA PUNTA DEL CIPRESSO/ DI RIO BO./ UNA STELLA INNAMORATA?/ CHI SA/ SE NEMMENO CE L'HA/ UNA GRANDE CITTA'.) FABIO - (Facendo se stesso al tempo della scuola) Che cranio questo nuovo arrivato! MARIO - (Come Fabio) Tutta d'un fiato! EZIO - (Facendo padre Viano. A Filippo) Ottima memoria signorino Massimo. E a noi? (Da uno scappellotto a Mario) "Imparate fannulloni, signorini fannulloni!". /.../ N.B. IL TESTO DISPONIBILE IN RETE COMPRENDE SOLO L'INIZIO E IL FINALE. SI RIPRENDE ADESSO CON LE BATTUTE FINALI. PER OTTENERE IL COPIONE COMPLETO, CONTATTARE DIRETTAMENTE L'AUTORE: infogatto@andrea-jeva.it (N.B. togliere il nome dell'animale dall'indirizzo) /.../ (Parte la "musica africana". Si rivede e si sente la pioggia vera. Gli spazi ridiventano indipendenti. Massimo va da Silvana. Gli amici Si siedono al tavolo riprendendo il dopo-cena. Poi la musica sfuma fino al silenzio e inizia un lento e cadenzato suono di tamburo) SPAZIO FORESTA MASSIMO - Ecco hai capito come stanno le cose? SILVANA - Sì. MASSIMO - (Meravigliato) E vuoi scappare lo stesso con me? SILVANA - Sì, lo voglio. MASSIMO - Ssai ccco... sa significa questo? SILVANA - Non m'importa. MASSIMO - La nostra vita sarà a mmetà... SILVANA - Massimo... ti amo. MASSIMO - Scompariremo da questo mondo allora, per andare in un altro mondo dove vivere la purezza del nostro amore. Andremo in Africa, in un villaggio di padri missionari, fra il Congo e l'Uganda, c'è una foresta e un monte, si chiamano Ruvenzori, la pioggia cade sempre e ci purificherà. Ho già avvertito i missionari, padre Gioacchino ci aspetta. Adesso dammi il tuo anello. (Lei mimando in modo evidente, si toglie un ipotetico anello e glielo da). Dammi i tuoi orecchini. (Lei mimando glieli da. Massimo mette gli ipotetici gioielli in una ciotola. Li avvolge con un foglio di carta). Simulerò l'incidente, così potremo scomparire. (Durante le seguenti battute dello spazio- Italia, Massimo darà fuoco al foglio di carta. Poi bacerà Silvana con passione). SPAZIO ITALIA LUISA - Povera Silvana... mi aveva confidato di averlo incontrato per caso, lui le aveva dato un appuntamento al parco, dovevano parlarsi. E pochi giorni dopo... FILIPPO - Sono sfacciate le circostanze, vero? FABIO - Già, sfacciate. EZIO - L'ultima volta l'abbiamo visto al night della mulatta cubana. FILIPPO - Poi ci ha accompagnato a casa "Ciao ciao". "Non piangere più". "Fatti una bella dormita!". E già non l'avremmo più rivisto. FABIO - Già s'era ammazzato. MARIO - Cristo se correva! FABIO - ...E quante se ne raccontavano sul suo conto, perfino che guidava con gli occhi bendati. LUISA - Ma poveretti, che morte orribile. EZIO - Tutto bruciato! MARIO - Li hanno riconosciuti solo dagli oggetti. Chissà... se si fosse dichiarato a Silvana, magari non finiva così. LUISA - No, è sempre pericoloso quello stradone. Una settimana fa, un motociclista è andato contro un albero... FILIPPO - Ah si? MARIO - Magari sullo stesso albero (Ride). FABIO - (Con leggero rimprovero) Mario... SPAZIO FORESTA MASSIMO - Basta Silvana, prendi i bicchieri, concludiamo la nostra cerimonia. SILVANA - Farai davvero quello che hai promesso? MASSIMO - Prendi i bicchieri ho detto! (Lei prende i bicchieri). SPAZIO ITALIA LUISA - (Contemporaneamente a Silvana, prende un vassoio di bicchieri e lo mette sul tavolo. Poi a Fabio) Prendi le bottiglie, è quasi mezzanotte. (Fabio prende due bottiglie e ne da una a Ezio. Poi le stapperanno. Luisa darà i bicchieri). SPAZIO FORESTA MASSIMO - (Contemporaneamente a Fabio prende una bottiglia, appoggia una pistola sulla sedia. Poi, versando il vino nei bicchieri:) Buona fortuna compagna di menzogne, vivere con te non è stato vano. SILVANA - Massimo, lo farai davvero? MASSIMO - Buon Natale! SILVANA - ...Buon Natale. (Brindano e bevono). MASSIMO - ...Non dire niente ai padri missionari, ci rimarrebbero male. Se fai come ti ho detto, penseranno che ce ne siamo andati all'improvviso. Se torni in Italia... no, niente (Fa per prendere la pistola). SILVANA - (Anticipandolo prende la pistola e gliela punta) Concluderò io questa cerimonia. (Breve pausa. Lei continua a puntargli la pistola) MASSIMO - Smettila di fingere. (Fa per prenderle la pistola). SILVANA - (Puntandolo con la pistola) Non fingo questa volta. Avanti vai sotto la pioggia! MASSIMO - ...Vuoi farlo tu? SILVANA - Sì. MASSIMO - ...E' questa la tua vendetta? SILVANA - No, è la mia ingenuità e anche la mia vanità, io non ho mai fatto l'amore. MASSIMO - Smettila! SILVANA - Avanti vai sotto la pioggia, hai paura adesso? MASSIMO - No ma lo faccio da solo. (Tenta di farsi dare la pistola. Silvana gliela punta ancora più minacciosa) Perché vuoi farlo tu, Silvana! SILVANA - Suor! ...Silvana. Per il gusto della menzogna. E anche per il gusto della realtà. Non è questo il nostro amore qua in Africa? Avanti, vai sotto la pioggia! (Vanno sotto la pioggia vera. Si sente un tuono). SPAZIO ITALIA LUISA - Ma si può? Un temporale a Dicembre... EZIO - Ci da un aria misteriosa. MARIO - Però è bello un temporale a Natale. SPAZIO FORESTA (Silvana minaccia Massimo con la pistola. Sono sotto la pioggia vera. Silvana con grande tensione tiene puntata la pistola contro Massimo, Si allontanano così fino a scomparire) SPAZIO ITALIA (Fabio e Ezio stappano le bottiglie. Tutti esultano dicendo: "BUON NATALE") Ezio e MARIO - A noi. A noi. FILIPPO - (A Fabio) Hai fatto bene a riunirci questo Natale come avevamo promesso a Massimo, trent'anni dopo. EZIO - Chissà se la storia di Massimo è così come ce la ricordiamo. MARIO - (Ridendo) Figurati, io non mi ricordo nemmeno cos'ho fatto ieri... FABIO - Eh, stiamo invecchiando. EZIO - (A Mario) Ti è venuta la pancetta! (Ride). MARIO - (A Ezio) E a te ti sono caduti un bel po' di capelli (Ride). EZIO - ...Le preoccupazioni. Domani devo andare in montagna a fare il Natale con i suoceri, la moglie e il figlio. FILIPPO - (A Ezio) Quanti anni ha tuo figlio? EZIO - Otto (Alludendo a Mario), come il suo. FILIPPO - (A Mario) Anche il tuo? LUISA - (Alzando il bicchiere) A Silvana e a Massimo! Tutti - Salute! (Bevono) FABIO - (A Luisa) Tu dopo me la spieghi la storia di chi ha aperto la gabbia... MARIO - Ma lascia perdere... (A Fabio e Luisa) Piuttosto voi, quando vi decidete a fare un figlio, eh? FABIO - (A Mario) ...Mai! e se poi viene come te? LUISA - Per carità, Dio ci salvi! (Ridono, alzano i bicchieri. Si sente un ultimo colpo di tamburo. Al colpo di tamburo, la luce cambia illuminandoli frontalmente. Loro s'immobilizzano così come sono: sorridenti e con i bicchieri alzati. Dopo una tempo abbastanza lungo, parte la "musica africana": tocchi misteriosi di legnetti, tamburi, ecc. Contemporaneamente alla "musica africana" il sipario si chiude) - FINE -