"LEGAMI!" Trasposizione teatrale di Andrea Jeva e Giuseppe Cederna (Dall'omonimo film di P. Almodovar) I diritti d'autore di "Legami!" sono protetti e tutelati dalla Soc. S.I.A.E. (Societa' Italiana degli Autori ed Editori). Le rappresentazioni e pubblicazioni sono soggette a royalty. Ogni richiesta relativa ai diritti d'autore, dovra' essere indirizzata a: S.I.A.E. / Sezione D.O.R. / Viale della Letteratura, 30 / 00144 Roma - Italy - L'autore richiede di essere informato per ogni produzione del presente lavoro - L'autore puo' essere contattato attraverso la S.I.A.E., o direttamente con e-mail (infogatto@andrea-jeva.it N.B. togliere il nome dell'animale dall'indirizzo) Personaggi: MARINA - Una ragazza fra i venticinque e trent'anni. Attrice. Ha fatto in precedenza la pornodiva. Si è appena liberata da una tossicodipendenza. E' americana di nascita. LOLA - Sorellastra maggiore di Marina. Ha fra i venticinque e trenta anni. Fà l'aiuto regista. E' ben inserita professionalmente, efficiente, "Tutto pepe". RICKI - Un ragazzo sui venticinque anni. Orfano. E' appena uscito da un Istituto psichiatrico. GUNNAR - Un ragazzo sui trentanni. Attore. Culturista per passione. Nella piéce teatrale che si prova durante lo spettacolo vero e proprio, interpreta "L'uomo mascherato". MASSIMO - E' una voce registrata. E' il regista della piéce teatrale, dovrebbe avere quaranta anni circa. ANASTASIO - Un uomo fra i trentacinque e quaranta anni. E' un medico, amico di Marina. (Può essere fatto dall'attore che fà Gunnar). (La scena è un interno di un monolocale non realistico. Gli elementi architettonici utili sono: Una portafinestra che dà su di un terrazzo, con la possibilità di chiudersi con una grata. Dovrà essere in posizione centrale sul fondo della parete del monolocale. Sul fondo delle due pareti laterali ci saranno due finestre, una per parte, simmetriche e con la possibilità, anche queste, di chiudersi con una grata. Sulle pareti laterali ci saranno due spallette, una per parte su cui ci saranno due porte frontali per chi guarda, saranno anche'esse simmetriche e opposte, e rappresenteranno, a seconda dei casi, un'ingresso al bagno, e un uscita all'esterno. Ci sarà anche uno stanzino che rappresenterà l'angolo cottura. L'elemento d'attrezzeria più importante sarà un divano, con la possibilità che diventi un letto matrimoniale. Sarà situato al centro del monolocale e nel senso longitudinale sarà decentrato, in modo da lasciare libera la visuale per le azioni nei pressi della portafinestra centrale. Ci sarà anche uno specchio, un qualcosa che funga da comodino come uno sgabello, un attaccapanni o armadietto con qualche abito, almeno una lampada da tavolo, un tavolino, un telefono con un filo molto lungo, una segreteria telefonica, un orologio a pendolo chiaramente finto e quant'altro sarà indicato nelle didascalie. All'apertura del sipario si vede Marina, vestita con un abito bianco, molto provocante. E' in un salotto non realistico con i mobili coperti da teli. C'è una finestra aperta e una portafinestra che dà su di un terrazzo coperta da tende che arrivano sino al pavimento. Si sente il tic tac di un orologio a pendolo visibile in scena. Marina è molto nervosa e allo stesso tempo assorta, continua a guardare il telefono. L'orologio a pendolo batte il quarto d'ora. Subito dopo squilla il telefono. Marina si precipita a rispondere. Il telefono è provvisto di un filo molto lungo, tale da permettere a Marina di spostarsi per tutto il salotto) MARINA - (Al telefono) Pronto? ...Sei tu, sono più tranquilla adesso... No, va tutto bene... Non riesco a rassegnarmi all'idea che l'uomo mascherato è stato trovato morto qui, in casa mia... No, non ho toccato niente. Sì, d'accordo, ma quando toglieranno i sigilli? Ho bisogno dei miei cassetti. Tutti i mobili sono coperti da teli e... Sì, d'accordo. Ringrazia la polizia da parte mia... Adesso? No, ti prego è tardi, preferisco dormire, mi sento sfinita, nervosa... Ma abbiamo tutto il tempo per noi... Certo che ti adoro. Domani mi darai anche i particolari spiacevoli. (Con commozione, come se fosse l'ultimo saluto) Addio, Tesoro. (Riaggancia). (Non appena Marina riaggancia il telefono, l'orologio a pendolo batte la mezzanotte) MARINA - (Finiti i rintocchi, come se fosse una liberazione:) Avanti! So che sei qua, esci fuori ...ti stavo aspettando! (Da dietro le tende della portafinestra chiusa, esce un uomo mascherato. Contemporaneamente scoppia un temporale, lampi, si sente il rumore della pioggia. E' un uomo eccessivamente muscoloso come gli eroi dei cartoni animati per ragazzi. E' vestito con un tanga, cinghie borchiate e un bellissimo mantello che lascia visibili le gambe e le braccia. Ha una maschera che gli copre tutto il viso, lasciando scoperto solo gli occhi e la bocca) UOMO MASCHERATO - (Guarda per un attimo Marina. Poi strappa il filo del telefono dalla presa posta accanto alla portafinestra da cui è uscito, ne mostra il capo sfilacciato a Marina e glielo lancia. Marina lo raccoglie) Mi aspettavi? ...Non ti hanno detto che ero morto? MARINA - (Ripete con intensità eccessiva la sua battuta precedente) Avanti! So che sei qua, esci fuori ...ti stavo aspettando! (Poi, rivolgendosi in platea, seccata) ...Massimo, ma quando m'infilza sul divano, come faccio a fare la morta? ...Come faccio a fare la "faccia" da morta? (S'interrompe il temporale e il rumore della pioggia) MASSIMO DAL MICROFONO - (E' il regista della piéce teatrale che si sta provando in palcoscenico. Parla agli attori con un microfono) Marina... Immagina che una mattina ti guardi allo specchio e non ti vedi, non ci sei più ...Perché lo specchio si rifiuta di riflettere la tua immagine... MARINA - (Perplessa) ...Si rifiuta di riflettere la mia immagine? (Pausa. Marina pensa. E' poco convinta) UOMO MASCHERATO - (Nel frattempo si è levato la maschera. Anche lui si rivolge in platea) Massimo, anch'io scusa ...Ma è proprio necessario questo trucco? ...Guarda! (Mostra una schifosa, enorme bruciatura su una guancia) ...Non potremmo ridurlo un po'? MASSIMO DAL MICROFONO - Marina... Anch'io non sono più convinto di questa scena. E' da quando proviamo questo finale che ti osservo ...Ho pensato che... Tu non puoi più morire... Dobbiamo trovare un altro finale... Hai qualche idea Marina? MARINA - Io? ...Non vuoi che muoia? ...Non so... LOLA - (Uscendo dalle quinte molto sicura di sé ma anche molto preoccupata. A Massimo in platea, coprendosi gli occhi dai proiettori accecanti) Un altro finale? ...Debuttiamo fra tre giorni Massimo! MASSIMO DAL MICROFONO - (Seccato) Non m'importa niente! Non possiamo debuttare con questo finale! LOLA - ...Massimo scusa, volevo farti presente le difficoltà... (Precipitando) Dovevamo pensarci prima, non trovi? MASSIMO DAL MICROFONO - Lola ...In questo lavoro non c'è un "prima", ...E poi, prima non conoscevo bene Marina come la conosco adesso. Allora proviamo ad improvvisare Marina, fà quello che senti, esattamente quello che senti. Metti in gioco tutto quello che sei, senza nessun risparmio, te la senti di farlo? MARINA - Sì, io... Senza morire. MASSIMO DAL MICROFONO - Bene. Lola prepariamo di nuovo la scena con l'attrezzeria, riprendiamo da capo il finale. LOLA - Solo un momento Massimo, c'è un altro problema (Con grande sicurezza, ad alta voce per farsi sentire in tutto il teatro) ...Ragazzi! ...Statemi tutti a sentire! (Escono alcuni tecnici. Ancora ad alta voce:) Ascoltatemi, per favore. Qualcuno ha rubato la parrucca di scena di Marina del primo atto, a me manca il walkman...Sony nuovo, appena comprato! E poi... Ho trovato per terra questo portafoglio... (Lo mostra). UOMO MASCHERATO - (Interrompendola) Ma è il mio! LOLA - ...Guarda se manca qualcosa. (Glielo porge). UOMO MASCHERATO - (Guarda preoccupato dentro il portafoglio) ...Cazzo! Centomila lire... (A Lola, incredulo) C'erano centomila lire dentro. LOLA - (Ad alta voce, professionale) ...E a Gunnar mancano centomila lire! UOMO MASCHERATO - (Schernendosi, sottovoce ma udibile) Ma no Lola, non importa... lascia stare... LOLA - (Senza dar peso all'uomo mascherato) ...Le centomila lire di Gunnar... e anche altre cosette! ...Manette, un paio di baffi. Certo che... Chi l'ha fatto... Sapete che ci tengo all'armonia della Compagnia, ci tengo a queste cose! Non comportiamoci da ragazzini, non sono giocattoli! ...Stiamo lavorando! Restituite tutto, per favore. Prometto che non ci saranno problemi... Anch'io vorrei portarmi via un mucchio di cose che mi piacciono, il mantello di Gunnar per esempio, ma non lo faccio! ...Allora, entro la fine della prova restituite tutto e chiudiamo il capitolo. E adesso al lavoro, si riprova la scena finale! (I tecnici, parlottando fra loro, chiaramente seccati dal discorso di Lola, rimettono a posto la scena per provare. Lola ritorna soddisfatta in quinta) MARINA - (Fermandola) Lola! Hai dimenticato il mio mal di denti? LOLA - Ah scusa Marina, ti porto subito il cachet. Ce l'ho qua pronto in quinta. (Esce). MASSIMO DAL MICROFONO - ...Pronti? UOMO MASCHERATO - ...No Massimo, scusa ...Per il trucco allora? Cosa ne pensi? ...Possiamo ridurlo? ...Mi dà anche un po' fastidio... MASSIMO DAL MICROFONO - No, Gunnar, il tuo trucco va bene così. (Lola rientra con un bicchiere d'acqua e una pastiglia, si dirige verso Marina che le va incontro) MASSIMO DAL MICROFONO - Marina, potresti sopportare il dolore ancora per... diciamo mezz'ora? MARINA - Sì, ma... MASSIMO DAL MICROFONO - (Interrompendola) Allora non prendere niente per adesso. Mi piace l'espressione di malessere che ti dà il mal di denti. E' perfetta per la scena. MARINA - ...Va bene, come vuoi tu. MASSIMO DAL MICROFONO - (Sdolcinato) Grazie, tesoro. LOLA - (Dà un'occhiata di complicità a Marina e s'avvia in quinta)... Metto il bicchiere e la pastiglia sul tavolino qua in quinta. (Esce). MASSIMO DAL MICROFONO - Ragazzi, siamo pronti? ...Riprendiamo. (I tecnici si affrettano ad uscire. L'uomo mascherato si rimette la maschera e si nasconde dietro le tende. Marina si mette pronta per riniziare la scena) MASSIMO DAL MICROFONO - Marina, Metti in gioco tutto quello che sei, Tutto quello che senti... Forza! (Si risente il tic tac dell'orologio a pendolo visibile in scena. Marina è molto nervosa e allo stesso tempo assorta, continua a guardare il telefono. L'orologio a pendolo batte il quarto d'ora. Subito dopo squilla il telefono. Marina si precipita a rispondere) MARINA - (Al telefono) Pronto? ...Sei tu, sono più tranquilla adesso... No, va tutto bene... Non riesco a rassegnarmi all'idea che l'uomo mascherato è stato trovato morto qui, in casa mia... No, non ho toccato niente. Sì, d'accordo, ma quando toglieranno i sigilli? Ho bisogno dei miei cassetti. Tutti i mobili sono coperti da teli e... Sì, d'accordo. Ringrazia la polizia da parte mia... Adesso? No, ti prego è tardi, preferisco dormire, mi sento sfinita, nervosa... Ma abbiamo tutto il tempo per noi... Certo che ti adoro. Domani mi darai anche i particolari spiacevoli. (Con commozione, come se fosse l'ultimo saluto) Addio, Tesoro. (Riaggancia). (Non appena Marina riaggancia il telefono, l'orologio a pendolo batte la mezzanotte) MARINA - (Finiti i rintocchi, come se fosse una liberazione:) Avanti! So che sei qua, esci fuori ...ti stavo aspettando! (Da dietro le tende, esce l'uomo mascherato. Contemporaneamente scoppia il temporale, lampi, si sente il rumore della pioggia) UOMO MASCHERATO - (Guarda per un attimo Marina. Poi strappa il filo del telefono dalla presa posta accanto alla portafinestra che dà sul terrazzo da cui è uscito, ne mostra il capo sfilacciato a Marina e glielo lancia. Marina lo raccoglie) Mi aspettavi? ...Non ti hanno detto che ero morto? MARINA - Sapevo che non potevi morire senza salutarmi. (Giocherella con il capo sfilacciato del filo del telefono). UOMO MASCHERATO - Non sono qua per salutarti, voglio portarti via, via con me. MARINA - (Con un sussulto) Dove? UOMO MASCHERATO - In un luogo privo di menzogne, dove nessuno ci conosce, dove potremo essere felici. MARINA - Prima levati quella maschera, voglio vedere il tuo viso. UOMO MASCHERATO - Il mio viso? ...Io non ho viso. MARINA - Qualcosa avrai... Se vuoi portarmi via con te voglio abituarmi all'immagine del tuo viso. UOMO MASCHERATO - Sei sicura di voler vedere quello che non ho? MARINA - Sì. UOMO MASCHERATO - (Si accinge a levarsi la maschera. Poi si ferma) ...Non posso! Guarda il mio corpo. Guarda il mio corpo, è pieno di vita, il mio viso invece, è quello di un morto. (Mostra il suo corpo come in un concorso per culturisti). MARINA - (Avvicinandosi a lui molto lentamente, ammirandolo, tenendo saldamente il filo del telefono fra le mani) E' bello il tuo corpo, ma non è nel corpo che posso trovare la vita... Mostrami il tuo viso invece, qualunque sia il tuo viso, è là che io troverò la vita. UOMO MASCHERATO - (Sciogliendosi) No, non posso... Ti prego ...La morte è nel mio viso. MARINA - ...Tu mi offri solo morte allora, ma la morte, raramente, dà la felicità... (All'improvviso Marina avvolge il filo del telefono attorno al collo dell'uomo mascherato e senza dargli il tempo di reagire, fà velocissima un nodo tendendolo con forza fino quasi a soffocarlo. Lui porta le mani alla gola cercando disperatamente di allentare il nodo. Questa azione li fà avvicinare alla finestra aperta. Marina la vede, si avvolge il filo su di un braccio e si lascia cadere con un urlo nel vuoto fuori della finestra, impiccando con il suo peso l'uomo mascherato) LOLA - (Dopo poco, entrando euforica e applaudendo) Brava Marina, brava! MASSIMO DAL MICROFONO - Brava Marina... Qualche piccolo ritocco e ci siamo. E' proprio questo quello che intendevo. (Con fierezza) Grazie a te, "Il fantasma di mezzanotte" adesso, ha il suo degno finale. Lola facciamo pausa, riscrivo la scena e riprendiamo subito. LOLA - Pausa ragazzi! (Si spengono i proiettori di scena e si accendono le luci di servizio) MARINA - (Spuntando dal davanzale della finestra bagnata dall'acqua della presunta pioggia della scena) Massimo, ma la pioggia non si vede neanche dalla platea... Deve essere per forza vera? (Scavalca il davanzale con i vestiti bagnati e appiccicati al corpo in modo ancora più provocante di prima. Lola ride smodatamente, con gusto). MASSIMO DAL MICROFONO - No, hai ragione, tesoro, lasceremo solo la pioggia registrata... Comunque sei splendida bagnata così Marina... (Pausa) Lola! Per oggi finiamo qui. Marina risistemati pure con calma, Lola riprendiamo domani prima del solito, facciamo verso l'una. UOMO MASCHERATO - Massimo... Scusa Massimo, e io come sono andato... Perché sai, non me l'aspettavo... E' stato così... MASSIMO DAL MICROFONO - Bene così Gunnar... Stasera vi ricordo la festa, vi aspetto tutti a casa mia ...Voglio festeggiare la nostra protagonista. Ci sarai Marina? MARINA - (Un po' imbarazzata) Sì, penso di sì... (Va in proscenio. Cerca di individuare Massimo nel buio. Poi con intimità) Massimo, vorrei ringraziarti. Sei il primo regista che mi tratta come un'attrice e non ...come un pezzo di carne. MASSIMO DAL MICROFONO - ...A stasera allora Marina. LOLA - Massimo aspettami, devo parlarti... MASSIMO DAL MICROFONO - (Annoiato) Va bene Lola... (Lola Corre fuori in quinta). UOMO MASCHERATO - (Che ormai s'è tolto la maschera, a Marina) Sei stata fantastica, davvero! ...Mi hai proprio preso di sorpresa. MARINA - (Sistemandosi e prendendo alcuni oggetti personali che aveva portato in scena) Grazie. Anche tu sei stato bravo. UOMO MASCHERATO - (La guarda) Ma come fai a restare così tranquilla? Non ti dà ai nervi tutta questa confusione? Il copione che cambia... il regista... (Guarda in platea. Poi sottovoce) che si è innamorato di te... MARINA - (Sorridendo) No. Vedi io ho lavorato in un circo. E non era diverso. UOMO MASCHERATO - In un circo? E cosa facevi? MARINA - (Continua a prendere i suoi oggetti personali) Di tutto, trapezio, acrobazie... ma il mio pezzo forte era con i cavalli. Facevamo una specie di rodeo. Un cavallo usciva di pista saltando, io gli legavo velocissima una corda al collo e fingevo di domarlo. UOMO MASCHERATO - (Toccandosi il collo) Adesso capisco... (Ride). MARINA - Scusa... Ti ho fatto male? UOMO MASCHERATO - No... Che male? MARINA - ...Ma poi sai, saltavo in groppa al cavallo e lo cavalcavo su una sola gamba. UOMO MASCHERATO - Ah... Su una gamba! E dove hai imparato? MARINA - Io sono cresciuta fra i cavalli. I miei genitori vivono in una fattoria negli Stati Uniti. UOMO MASCHERATO - Ah... In un ranch! E cosa pensano i tuoi genitori del tuo lavoro di... attrice? MARINA - (Pausa) ...Di attrice? Dai Gunnar apprezzo la tua delicatezza, ma... Tu invece, dimmi cosa si prova a recitare con una pornostar? UOMO MASCHERATO - (Molto imbarazzato) No, non mi riferivo a quello... e poi non lo sei più no? MARINA - Sì... Non lo so... E poi non m'importa di cosa pensano i miei genitori. UOMO MASCHERATO - ...Non sei più stata a trovarli? MARINA - No, dalle mie parti quando una ragazza se ne va di casa, è per sempre. (Cambiando discorso) E tu? (Sorridendo) ...come mai tutti questi muscoli? UOMO MASCHERATO - (Molto imbarazzato) ...Ho cominciato a fare i pesi per gioco ...e poi non ho più potuto farne a meno. Sai, quando sei insicuro... Nessuno ha considerazione di te e poi... cominci a sentire che ti guardano... per qualcosa... LOLA - (Entrando con la sua solita sicurezza) Marina devi farti subito delle belle foto... Ma cosa fai ancora così, vai subito ad asciugarti, prenderai un raffreddore. (La copre con qualcosa). MARINA - Sì, stavo andando giusto in camerino ma... (Guarda l'uomo mascherato). UOMO MASCHERATO - No, anch'io... Sì, devo andare anch'io. Ci vediamo stasera allora. (Sta per uscire). MARINA - (Fermandolo) Gunnar... Ho capito prima... davvero! UOMO MASCHERATO - Sì... grazie. A stasera. (Esce). LOLA - Hai capito cosa? MARINA - No, niente Lola. LOLA - Devi farti subito delle belle foto in modo che io possa farle girare... Sei stata bravissima, anche Massimo è d'accordo, ti aiuterà con la pubblicità... Marina, se non fai passi falsi, il lavoro non ti mancherà adesso. MARINA - Sì. LOLA - Marina! Guardami negli occhi (Marina esegue). Non voglio più sentire il tuo nome abbinato alle parole droga e pornografia... D'accordo? MARINA - Sì... d'accordo. LOLA - Sono stata orgogliosa di te prima. Orgogliosa di essere tua sorella. (Risatina). MARINA - ...Grazie. LOLA - Bene. Adesso è meglio se vai a cambiarti. Ci vediamo stasera da Massimo, alla festa. (Toccandosi con le due mani la vita) ...Marina, mi trovi ingrassata? MARINA - No Lola... (Dandole una pacca sul culo) Sei bellissima! (Ridono) LOLA - (Uscendo in modo pimpante) A stasera! ...Speriamo che quegli stronzi mi abbiano rimesso il walkman in camerino... Era nuovo! Era. (Esce). (Marina rimane sola. Si guarda intorno: La scena vuota, la calma, gli oggetti d'attrezzeria, le luci di servizio... Diventa assorta. Si siede sul divano. Si liscia con la mano i capelli bagnati. Dopo un po' Ricki esce furtivo dalle quinte alle spalle di Marina. Ha la parrucca rubata in testa. E' una parrucca da donna con i capelli lisci e lunghi. Ha anche una borsa a tracolla. Marina non lo vede. Si avvicina a Marina) RICKI - Marina... MARINA - (Si alza di colpo spaventata, lo guarda) Chi sei? RICKI - (Umilmente) Marina... posso parlarti un momento? MARINA - (Pensa che sia un suo ammiratore) Ah... No, adesso non posso... (Fa per uscire in quinta). RICKI - Non mi riconosci? MARINA - (Lo scruta) No... (Fa per uscire). RICKI - Guarda! (Fa una verticale sulle mani. Marina sorride. Poi Ricki prende la sua borsa a tracolla) Guarda! (Tira fuori dalla borsa alcune cose fra cui un walkman. Poi trova un giornale pornografico. Lo mostra a Marina) Guarda, c'è una tua foto... MARINA - (Riferendosi al walkman) Ma quello è il walkman di Lola... RICKI - (Sorridendo) Sì, di tua sorella... MARINA - Sei tu che hai rubato nei camerini? (Pausa) MARINA - ...Non sei un tecnico, cosa ci fai qua? (Pausa) MARINA - Sei entrato di nascosto? (Ricki con un lieve cenno fà sì con la testa) MARINA - (Indignata) Hai visto le prove di nascosto? RICKI - (Come un bambino fà sì con la testa contento) Mi sei piaciuta, sei brava... MARINA - Grazie, ma adesso devo andare... (Con calma va verso le quinte. Poi si ferma senza voltarsi) E quella parrucca... (Lo guarda con sarcasmo) ...Mi servirebbe nel primo atto, grazie! (Esce decisa). (Pausa) RICKI - (C'è rimasto male. La chiama senza convinzione) Marina... (Pausa. Poi si toglie lentamente la parrucca e l'appoggia sul divano. Contemporaneamente la luce di servizio si spegne e i proiettori, in lenta dissolvenza, salgono. Avviene un cambio di scena a vista. Entrano i tecnici che vanno verso Ricki. Ricki si spaventa ma i tecnici gli passano vicino come se fosse invisibile e iniziano a modificare la scena. In pratica levano i teli dai mobili. Ricki ha i capelli a spazzola stile marine, si guarda intorno con abbastanza incredulità ma senza più spaventarsi. Mentre le luci continuano a salire lentamente, viene formato un monolocale: casa di Marina. E' quasi uguale al salotto della commedia che si stava provando precedentemente. Il pendolo, finto, viene portato via. Quando la luce è piena, e la casa di Marina è quasi formata, Ricki va sul terrazzo, un tecnico sistema l'ultima cosa e chiude la portafinestra da cui è uscito Ricki. Quando la scena è pronta e vuota, Ricki, scassinando la portafinestra, entra in casa di Marina come un ladro. Poi sente un rumore dalla porta d'ingresso che è situata sulla spalletta di sinistra e si nasconde dietro le tende della portafinestra che dà sul terrazzo. Dopo un po' entra Marina cambiata e con una borsa della spesa. Appoggia con gesto meccanico le chiavi sul tavolino. Poi appoggia la sua borsa e la borsa della spesa sul divano. Apre la sua borsa per prendere qualcosa e trova un cuore rosso di gommapiuma. Lo guarda con stupore e scuotendo la testa Sussurra: "MASSIMO". Squilla il telefono. Anche a casa sua il filo del telefono è talmente lungo da permetterle di muoversi per tutto il monolocale) MARINA - Pronto... Pepe... Che confusione, ma dove sei? ...In areoporto? Stai partendo? ...Per dove? ...Due settimane? Ma come fai? ...E il lavoro? ...Ah, ho capito... No, non c'ero, sono appena arrivata... Sono entrata adesso, sono stanca morta... Pensa che volevo suonarti proprio adesso entrando... Sai, ho trovato io il finale della commedia... Sì, il regista è molto contento di me e anch'io lo sono finalmente... Sì, ne parleremo quando torni. D'accordo, no, non preocccuparti per la casa, prenderò io la tua posta... Ma nessun disturbo, mentre prendo la mia prendo anche la tua... No, non preoccuparti, d'accordo ...bagno anche le piante. (Ripetendo meccanicamente) scavalco il muretto del terrazzo e sono in casa tua ...come le altre volte, sì. (Fa notare a Pepe che è un pedante, scherzandolo bonariamente) Sì... hai fatto bene... Hai lasciato aperta... la portafinestra del terrazzo... (Sorridendo) Sì, va bene, a presto... Sìììì! ...La posta, le piante, la casa, fra due settimane, Ciao! (Ride. Poi sincera) Ciao Pepe divertiti... (Riaggancia. Poi fra sé) Che noioso che è! (Improvvisamente si ricorda della scena fatta in teatro:) Avanti! So che sei qua, esci fuori ...ti stavo aspettando! (Facendo il verso ad una musica da thrilling) TAA TAAANN! (Ride con molto gusto. E' contenta. Si mette a suo agio svestendosi con fare molto abituale. Rimane seminuda). (Da dietro le tende esce Ricki con la borsa a tracolla e le cuffie del walkman intorno al collo. Fà un rumore. Marina si spaventa ma senza coprirsi) MARINA - (Spaventata) Chi sei? (Pausa) MARINA - (Visibilmente spaventata) Cosa ci fai qui? Vai fuori! (Ricki le mostra sorridendo le cuffie. Poi le fà un bellissimo sorriso) MARINA - Esci! Vai fuori! Ti prego esci subito! (Indica la porta d'uscita). RICKI - Marina... Stai calma. MARINA - (Ad alta voce. Indicando la porta d'uscita) Esci subito fuori di qui! (Pausa. C'è molta tensione fra loro. Ricki strappa il filo del telefono dalla presa posta accanto alla portafinestra che dà sul terrazzo dalla quale è uscito, ne mostra il capo sfilacciato a Marina e glielo lancia) MARINA - (Raccogliendo il filo. Incredula) ...Ma cosa fai? RICKI - Mi aspettavi? (Sorride. Pausa.) MARINA - (Cercando di prendere tempo. Ha il filo del telefono in mano. Molto in tensione) Chi sei? ...Sei entrato dal terrazzo? ...Sei quello che voleva parlarmi in teatro? RICKI - (Come un bambino fà un ripetuto sì con la testa. E' contento) Sì... prima avevo la tua parrucca, l'ho lasciata in teatro. Così potrai fare il primo atto. (Approfittando della momentanea distrazione di Ricki, Marina fà per fuggire verso la porta d'uscita con il filo del telefono in mano. Fulmineo Ricki l'anticipa. Marina inizia ad urlare. Ricki le dà un tremendo colpo sul mento. Marina cade a terra con un gemito) RICKI - Scusa. MARINA - (Riprendendosi dal male) ...Chi sei? Cosa ci fai qui? (Toccandosi la guancia). RICKI - Scusa ...Avevi anche mal di denti ...Scusa, non volevo. MARINA - (Pausa. Si tocca il dente) ...Me l'hai rotto il dente, stronzo! (Si rialza incurante di lui). RICKI - (Scusandosi sinceramente) Ho dovuto picchiarti, se no ti mettevi ad urlare, magari mi avresti messo il filo intorno al collo come a Gunnar, ma non volevo farti male. Te lo giuro! MARINA - Ma tu sei... Cosa ci fai qui? RICKI - (Cambiando discorso) ...Casa tua è come la scena del teatro vero? (Pausa) RICKI - (Sorpreso) ...E' un'idea di Massimo? ...Il regista? (Pausa). MARINA - Cosa ci fai qui? Vattene, Ah! (Si lamenta vistosamente del dente). RICKI - Non hai qualcosa... un calmante? MARINA - Sì, in bagno. (Si avvia decisa in bagno che è situato sulla spalletta di destra. Ricki la segue fermandosi sulla porta per controllarla. Poi Marina da dentro il bagno) Me l'hai rotto per davvero, che male! Che stronzo! RICKI - (La guarda, poi voltando la testa) Ti ho già detto che mi dispiace. (Marina improvvisamente lo colpisce alla fronte con un bicchiere che si frantuma. Cerca di raggiungere correndo la porta d'uscita. Ricki reagisce incurante del dolore. La blocca, le afferra saldamente i polsi. Marina urla. Lottano) RICKI - (Concitato) Stai zitta! E' inutile che urli! Ho sentito prima che il tuo vicino Pepe è partito... Non ti può sentire! (Marina smette di urlare. Lottano. Poi Marina desiste. Rimangono a stretto contatto. Si guardano) MARINA - Mi vuoi scopare no? Allora dai, fai in fretta e vattene! RICKI - (Ingenuamente) Stai tranquilla, scoperemo, ma solo quando verrà il momento adatto. MARINA - ...Allora cosa vuoi? RICKI - Vieni mettiamoci seduti (La porta sul divano) ...e rilassati (Si siedono uno vicino all'altro. Lui le tiene saldamente un polso della mano) ...Se no il male al dente non ti passerà. Respira profondamente. (Lui appoggia la testa al divano come se stesse aspettando che il dolore passi. Le tiene saldamente il polso. Anche lei appoggia la testa al divano). MARINA - (Dopo poco. Sarcastica) Il dolore così non mi passa: Aumenta. RICKI - Ho cercato di parlarti in teatro, ma non hai voluto, ho dovuto rapirti ...così potrai conoscermi a fondo. Sono sicuro che allora ti innamorerai di me, come io lo sono di te. MARINA - Sei sicuro di cosa? RICKI - ...Che ti innamorerai di me! (Pausa. Rimangono con le teste appoggiate al divano, lo sguardo davanti a loro) MARINA - (Dopo poco) ...E quanto dovremo aspettare secondo te? RICKI - (Le lascia il polso s'inginocchia ai suoi piedi) ...Ho 25 anni, trecentomila lire in tasca e sono solo al mondo. Cercherò di essere un buon marito per te e un buon padre per i tuoi figli... /.../ N.B. IL TESTO DISPONIBILE IN RETE COMPRENDE SOLO L'INIZIO E IL FINALE. SI RIPRENDE ADESSO CON LE BATTUTE FINALI. PER OTTENERE IL COPIONE COMPLETO, CONTATTARE DIRETTAMENTE L'AUTORE: infogatto@andrea-jeva.it (N.B. togliere il nome dell'animale dall'indirizzo) /.../ LOLA - Oddio, oddio... Ma tu eri davvero qua sotto il letto? (Guarda sotto il letto. Trova il suo walkman rubato da Ricki) Ehi! Ma questo è il mio walkman, sei stata tu? (Vede la droga) Marina! Hai ricominciato a farti, me lo immaginavo, ecco perché sei sparita. Dimmi la verità. Guardami negli occhi! Hai preso di nuovo questa roba? MARINA - No Lola, macché "Farmi", sono stata sequestrata. LOLA - E dove sono i sequestratori? MARINA - E' uno solo e può tornare da un momento all'altro. LOLA - Oddio Marina! Andiamo, non ti preoccupare, a te ci penso io... Andiamo a casa, telefoniamo agli altri e poi ti porto alla prova generale. Te la senti? MARINA - Sì, sì. Ma aspetta un attimo. (Prende la sua borsa. La mappa e il cuore rosso di Ricki). LOLA - Andiamo! (Vanno verso la porta d'uscita. Lola si ferma) ...Aspetta! Oddio Marina, e se lo incontriamo sulle scale? MARINA - (Pausa) Hai ragione. Vieni, passiamo dal terrazzo c'è un passaggio. (Escono dal terrazzo senza preoccuparsi di chiudere la porta d'uscita, né di spegnere la televisione. Pausa. La telenovela potrebbe essere arrivata allo scontro di due personaggi dopo un "tradimento sentimentale". Dopo un po' entra Ricki preoccupato di vedere la porta aperta) RICKI - (Vede che Marina non è più a letto. La chiama senza convinzione) Marina... (Va sul terrazzo. Torna deluso. Volge lo sguardo verso il bagno. Sempre senza convinzione) Marina, l'ho rubata la macchina... (Fà tintinnare le chiavi. Va in bagno. Marina non c'è. Ritorna senza nessuna emozione particolare. Guarda il letto, tocca il walkman che ha rubato a Lola. Si ferma. Guarda la bustina di droga. I baffi. Capisce che Marina se n'è andata per sempre. Con un bel movimento lancia le chiavi fuori della finestra. Molto tranquillamente prende un pacchetto di crackers, si sdraia a letto e con il telecomando alza il volume della televisione. Poi cambia programma e si ferma su un documentario sugli animali: Lupi... Salmoni... Foche... Sfuma la voce dello speaker e sale lentamente la musica. Alcuni tecnici entrano in scena e affrettandosi preparano, in pochi particolari, la scena finale del "fantasma di mezzanotte". Un tecnico porta in scena l'orologio a pendolo finto. Ricki è invisibile agli occhi dei tecnici, così come i tecnici sono invisibili agli occhi di Ricki. La musica e le voci della televisione si sentiranno in secondo piano nella scena seguente, così come in secondo piano si vedrà Ricki che guarda la televisione. I tecnici escono e le luci del "Fantasma di mezzanotte" sono pronte. Quando l'orologio a pendolo batte la mezzanotte, Marina è già magicamente in scena, truccata, bellissima, con il costume bianco dell'inizio della commedia. Dopo poco Ricki spegnerà il televisore e se ne andrà) MARINA - (Finiti i rintocchi dell'orologio. Come se fosse una liberazione:) Avanti! So che sei qua, esci fuori ...ti stavo aspettando! (Da dietro le tende, esce l'uomo mascherato. Contemporaneamente scoppia il temporale, lampi, si sente il rumore della pioggia) UOMO MASCHERATO - (Guarda per un attimo Marina. Poi strappa il filo del telefono dalla presa posta accanto alla portafinestra che dà sul terrazzo da cui è uscito, ne mostra il capo sfilacciato a Marina e glielo lancia. Marina lo raccoglie) ...Tu mi aspettavi? MARINA - ...Sapevo che non potevi morire senza rivedermi. (Giocherella con il capo sfilacciato del filo del telefono). UOMO MASCHERATO - Non sono qua per rivederti, voglio portarti via con me. MARINA - (Con un sussulto) Dove? UOMO MASCHERATO - In un luogo privo di menzogne, dove nessuno ci conosce, dove potremo essere felici. MARINA - Prima levati quella maschera, voglio vedere il tuo viso. UOMO MASCHERATO - Il mio viso? ...Io non ho viso. MARINA - Sì, invece! Qualcosa avrai... Se vuoi portarmi via con te voglio abituarmi all'immagine del tuo viso. UOMO MASCHERATO - (Si accinge a levarsi la maschera. Poi si ferma) ...Non posso! Non posso (Mostra il suo corpo come in un concorso per culturisti. Con grande leggerezza fà un salto mortale). Guarda il mio corpo, ...Guarda! com'è forte, pieno di vita, il mio viso invece, è quello di un morto. MARINA - (Avvicinandosi a lui molto lentamente, ammirandolo, tenendo saldamente il filo del telefono fra le mani. Tentatrice) E' molto bello il tuo corpo, mi piace. (Lo sfiora. Lui rimane immobile. Marina si allontana) ...Ma mostrami il tuo viso invece e saprò se puoi offrirmi la vita... La vita! UOMO MASCHERATO - (Lentamente, debolissimo, cade in ginocchio) No, non posso... Non posso, ti prego ...Il mio viso è morte! (Sottovoce) ...Morte. MARINA - No, no... Levati la maschera, Guardami! ...Io sono la vita, l'amore, la vita... (Con un enorme sforzo l'uomo mascherato si toglie lentamente la maschera. Ha gli occhi chiusi e il volto truccato d'argento, virile. La bruciatura è scomparsa e lui sta tornando alla vita. Si tocca il viso con timore, paura, sorpresa crescente. Si volta verso la luce e sorride estasiato. Marina si avvicina a lui sensuale, angelica. Lui la prende in braccio senza nessuno sforzo, si baciano e tra la musica, in un bagno di luce, lui sale sul davanzale della finestra e insieme camminano nel vuoto. Saliranno effetti sonori come in un finale d'opera. Buio) - F I N E D E L L A P I E C E T E A T R A L E - (Si apre il sipario. Marina esce a prendere gli applausi del pubblico. Esce in quinta. Poi Marina ritorna in palcoscenico con l'uomo mascherato, ringraziano per la seconda volta. Poi zittisce il pubblico) MARINA - (Mano nella mano con Gunnar. Al pubblico con un microfono) Un attimo, vi prego... Grazie. Bene, vorrei dirvi una cosa... (E' imbarazzata ma contenta) ...Questa era l'ultima recita dello spettacolo e vorrei dedicarlo ad un mio amico ...Che è qui in sala con noi (Guarda in sala) Spero... (Guarda ancora in sala, lo vede) Dai, vieni ...Vieni qui. (Al pubblico) ...Un mio amico che è anche il mio fidanzato. (Ricki avanza verso il palco. E' timido. Viene illuminato da un seguipersona. E' vestito come mai si è visto nello spettacolo, molto elegante e anche per questo impacciato) ...E che ha fatto di tutto per farmi innamorare (Ricki sale sul palco) ...E alla fine, ci è riuscito ...E presto ci sposeremo. (Marina lo prende affettuoso per la mano. Esce Lola contenta con un mazzo di fiori). LOLA - (A Marina) Dio come sono contenta. (Bacia Ricki sulla bocca. Poi guarda Marina e Ricki. Gli fà segno di baciarsi. Ricki e Marina si baciano. Lola li applaude. Gunnar commosso, si aggiunge all'applauso. Lola, d'impeto, abbraccia Gunnar e lo bacia. Poi salutano il pubblico. Sipario). - F I N E - (Roma, 7 Febbraio 1991) (Perugia, 9 Settembre 1991)