"LA SERA DELLA PRIMA" (commedia di Andrea Jeva e Antonio Rosti) Personaggi: - Uomo: Ha fra i 30 e 35 anni. - Donna: Ha fra i 25 e 30 anni. I diritti d'autore di "La sera della prima" sono protetti e tute- lati dalla Soc. S.I.A.E. (Societa' Italiana degli Autori ed Edito- ri). Le rappresentazioni e pubblicazioni sono soggette a royalty. Ogni richiesta relativa ai diritti d'autore, dovra' essere indirizzata a: S.I.A.E. / Sezione D.O.R. / Viale della Letteratura, 30 / 00144 Roma - Italy - L'autore richiede di essere informato per ogni produzione del presente lavoro - L'autore puo' essere contattato con e-mail (info@andrea-jeva.it) - sito Web: http://www.andrea-jeva.it oppure indirizzare per posta ordinaria ad Andrea Quacquarelli, Via Pinturicchio 1, 06122 Peru- gia, Italy – Telefono +39/075/5732798 (all'entrata del pubblico in sala, si sente, diffusa dalla regia, della musica rithm and blues: è una trasmissione radiofonica dedi- cata alla musica. Ogni tanto il conduttore della trasmissione ra- diofonica interviene per annunciare i brani musicali. Quando il pubblico ha preso posto, la luce di sala si abbassa lentamente fi- no a "mezza sala". Nello stesso istante parte una nuova musica ad alto volume: è l'inizio della "Tosca" di Puccini. Dopo pochi se- condi, alla musica si sovrappone la voce di un cronista radiofoni- co, molto eccitato) 1° CRONISTA – Ah! Ah! No, non vi state sbagliando: questa è la vo- stra trasmissione di rithm and blues, il buon vecchio caro rithm and blues. Vi ricordo però che siamo in attesa di colle- garci, come previsto, con il più prestigioso teatro lirico per la serata inaugurale della stagione. E' di scena la "Tosca" di Giacomo Puccini. Lasciamo quindi lo spazio musicale e il micro- fono al nostro esperto di lirica, Donatello. 2° CRONISTA – Un cordiale saluto a tutti e un grazie a te, Alan, e ai tuoi ascoltatori per lo spazio concessomi. Ti pregherei però di restare al microfono con me. Io darò alcune notizie ma vi- sto, che per un incidente, speriamo non grave, ci sarà un ri- tardo nell'andata in scena, ti restituirò il favore e ti lasce- rò ancora un po' di tempo per la tua bella trasmissione. 1° CRONISTA – Magnifico! Lirica e rithm and blues: una serata dav- vero insolita. 2° CRONISTA - …E speriamo divertente. Veniamo dunque alle notizie. 1° CRONISTA – Ti cambio musica? 2° CRONISTA – No, lascia pure questa. Grande attesa per questa "Tosca" che vede il ritorno in Italia, dopo alcuni anni d'assenza, forse il più grande direttore d'orchestra vivente. Teatro da tempo esaurito. Dirette radiofoniche e televisive an- che per molti paesi stranieri. L'affluenza di gente nella piaz- za antistante il teatro è molto più elevata del solito: funzio- neranno come sempre impianti di amplificazione per l'esterno. Non sono mancati quelli che hanno approfittato di questa sera- ta, come si suol dire, per buttarla in politica. Qua e là qual- che manifestazione di protesta dunque (i motivi sono tanti, i- nutile citarli). Si segnalano attimi di forte tensione e anche alcuni piccoli episodi di violenza. Infine questo inspiegabile ritardo. Non si capisce bene cosa sia accaduto… C'è il collega- mento? …No, ecco mi dicono che è un motivo piuttosto grave. A- lan, ti lascio la linea, io cerco di saperne di più. A presto… 1° CRONISTA – Bene. E in questa serata un po' particolare mi hanno anche incaricato della pubblicità. "Brughiera lo stilista di un'era". In attesa che il sipario si apra, vi ricordiamo che il frac del direttore d'orchestra e il costume di Tosca sono fir- mati Brughiera. E con questo siglaaa! (Musica: un potentissimo rithm and blues. Si spegne definitivamen- te la luce di sala mentre si alza quella della scena. Sulle prime azioni, molto lentamente la musica va calando in sala. Interno di una stanza. Su di uno scaffale, a sinistra, è sistemata una radio su cui, con una dissolvenza incrociata, passerà la musi- ca della trasmissione radiofonica. A terra numerosi giornali im- ballati, libri, manifesti di spettacoli. Al centro un tavolo. So- pra il tavolo un telefono. Due sedie: una dietro il tavolo, una a destra. La sedia di destra è occupata da una donna in abito di i- nizio ottocento, La donna è imbavagliata e legata alla sedia stes- sa. Una porta nella parete di fondo conduce in una stanza attigua. E' aperta. Una seconda porta nella parete di destra comunica con l'esterno – presumibilmente un corridoio -. S'intuisce che è la porta d'uscita poiché è di dimensioni maggiori della porta sul fondo. Da quest'ultima, qualche istante dopo il levarsi della lu- ce, entra un uomo in pantaloni e gilè scuri. Ha un pacco sotto il braccio che deporrà poi sul tavolo ed in mano una pistola. E' vi- sibilmente agitato. Al pubblico come in uno specchio, mentre dalla radio sullo scaffa- le, sentiremo ancora la trasmissione radiofonica che diffonde mu- sica) UOMO - …Ci siamo …Questa volta ci siamo. (Abbassa il volume della radio. E' percorso da un brivido di freddo. Per calmarsi si mette ad impilare giornali imballati contro la porta d'uscita in modo frenetico. Ad un tratto si ferma) …Bianca era una bam- bina incantevole. Aveva due occhi grandi. E due tettine piccole piccole. Occhi e tette della stessa misura. Mi si piazzava da- vanti con gli occhi spalancati e me le mostrava soddisfatta. "Oh madonna come sono grosse!" dicevo io, e lei sorrideva, sor- rideva. Io non so come lei fosse in grado di amare, ma quando incontravo i suoi occhioni… (Ripensandoci) sopra le tettine… Beh, (sospira). DONNA – (cerca di parlare, emettendo dei suoni incomprensibili, attraverso il bavaglio). UOMO - …E dire che lei era matta. No, non così… Tanto per dire… Matta: matta!Tante grazie e chi non lo è? Ma io… Mai fatto caso alle sue stranezze! Nemmeno lei alle mie d'altronde. Solo mi stupiva non parlasse mai. Mai, neppure una parola. A che sareb- be servito? …A riempire quel vuoto, grande come il mare che la circondava? No grazie. Non con le parole. Nei vuoti non si met- tono le parole. E anch'io… Guardare il vuoto prendere il posto del circondario. E le utopie? DONNA - (cerca di parlare, emettendo dei suoni incomprensibili, attraverso il bavaglio). UOMO – Non ci sono, non ci sono uscite, non si sa quando tornano. Come si dice… Se ne sono andate… A puttana! (l'uomo termina d'impilare i giornali) DONNA - (cerca di parlare, emettendo dei suoni incomprensibili, attraverso il bavaglio). UOMO – (Alle spalle della donna) Toh! Invece, una signora utopia. DONNA - (cerca di parlare, emettendo dei suoni incomprensibili, attraverso il bavaglio). UOMO – (alla donna) Beh? Qualcosa non va? …Ma questa capisce? No, dico, lei capisce l'italiano? (la donna cerca di parlare, emet- tendo dei suoni incomprensibili, attraverso il bavaglio) …Non capisce. (Minaccioso) Attenta amica… Io ci riuscirò… E' chiaro? (Mostrando alla donna un'immaginaria orchestra) Oohh, finalmen- te. (Inchinandosi all'orchestra immaginaria) Come? Sì, una grandissima orchestra (guarda la donna, poi ripetendo l'inchino all'orchestra) …Una signora grandissima orchestra… Pronta a suonare. (Spegne risoluto la radio. Poi si rivolge con gesti rituali alla signora grandissima orchestra. Poi dirigendola, canticchia l'ouverture del Nabucco di Verdi. Scorre velocemen- te, mescolandoli, i passaggi principali del Nabucco. Poi alla donna, che nel frattempo ha continuato ad inveire in modo in- comprensibile attraverso il bavaglio, continuando a dirigere) …No infatti, non è Puccini è Verdi! …Cambiato programma? No! (Si blocca e subito dopo blocca l'orchestra immaginaria. Im- provvisamente canticchia un brano della Tosca. Alla donna com- piaciuto) …Puccini. (Dirige il finale del terzo atto. Poi ri- prende dall'inizio dello stesso. Dopo un po' alla donna, che ha continuato ad inveire, continuando a dirigere) …No, la Tosca non ha quattro atti. Sì la Tosca ne ha solo tre. (Nervoso) No, non ne abbiamo iniziato un quarto! (Si blocca e subito dopo blocca l'orchestra immaginaria. Alla donna) …Signora utopia, non ha sentito la folla? Facciamo il bis del terzo! (Riprende con più vigore a dirigere il terzo atto. Poi come un dispetto alla donna, attacca un pezzo della "Sagra della primavera" di Stravinsky. (Alla donna) …Stravinsky! Sì, anche i russi adesso. (Attacca "Jumping Jack Flash" dei Rolling Stones. Alla donna con dispetto) Richard Strauss? No! …Rolling Stones! (Attacca l'Internazionale. Accende la radio. Si sente una musica rithm and blues. Sempre con maggior vigore dirige e canticchia l'Internazionale storpiandola però con cadenze di blues e jazz. Si avvicina alla donna, si blocca e tace come se solo adesso la vedesse) …Oh cristo! (Rivolgendo lo sguardo altrove e quindi nuovamente alla donna) …Ma lei chi è? DONNA – (tenta di parlare). UOMO - …Eh! Come? …Dico, tu chi sei? (Con grande agitazione) …Calmo …Calmo! (Si tocca) …Sì. Adesso sono calmo. DONNA – (tenta di parlare). UOMO – Ci risiamo! …Eh? Chi? Ma non capisco! …Ah! (togliendole il bavaglio. Lasciandola legata alla sedia) …No, è che sono un po' agitato. DONNA – (urla). UOMO – (urla, puntandole la pistola contro. Poi tappandole la boc- ca con la mano) No, eh! Zitta, stai zitta. Non fare così per favore (puntandole la pistola), cerca di stare tranquilla per- ché altrimenti m'innervosisco di nuovo. (Con uno scatto abbassa il volume della radio). Ci ho impiegato mezz'ora a calmarmi, cristo. Se mi riprende è peggio. Capisci? Guardami bene, capi- sci quello che voglio dire? Capisci proprio tutto? (Prende una scatola di cioccolatini dal tavolo e inchinandosi gentilmente alla donna gliene offre uno. Lei incredula lo prende). Bene …Chi sei e che ci fai qui? DONNA – (con cautela) Come chi sono e che ci faccio? Mi ha co- stretto lei… UOMO – (puntandole nervosamente la pistola contro, urlando) Dammi del tu! DONNA – Mi hai… Legata a questa sedia e hai messo nell'altra stan- za il direttore… UOMO – Lascia perdere …Il direttore? (Corre ad aprire la porta di fondo. Riverente) …Maestro (richiude la porta, ritornando dalla donna) …E il direttore ce l'ho! (Alla donna) Ma tu… Tu… Non sei il soprano Vera Kabaimitrova, vero? DONNA – Io? …Eh …Vero …Non sono Vera. UOMO – No? DONNA – Io? …No. UOMO – Ah! E chi saresti? DONNA – Sono una comparsa. UOMO – Una comparsa? E come cazzo ho fatto io a rapire una compar- sa al posto della Vera Kabaimitrova? (Prende una foto da una tasca e la guarda). Ma il costume è uguale. Non capisco. Dov'è la parrucca? DONNA – Deve essermi caduta mentre mi trascinavi, cioè …Mentre mi portavi qui. UOMO – E' uguale a questa? (Le mostra la foto). DONNA – Sì. UOMO – Ah! Anche la parrucca uguale. (La guarda) Stesso trucco… Ma che significa? Due Tosche? DONNA – No, veramente sei. UOMO – Sei? …Sei Tosche? DONNA – Sì. Nel libretto ce n'è una sola. UOMO – (la fissa senza parlare). DONNA – C'è una sola Tosca. UOMO – (la fissa senza parlare). DONNA – (ammirata) Ma il regista è un genio… E la Tosca cade sei volte da Castel Sant'Angelo …E' un'immagine di grande effetto. UOMO – (la fissa senza parlare). DONNA – Fa' strappare il cuore (rivedendo la scena con l'immaginazione) 1. 2. 3. 4. 5. 6. Tosche che cadono. La prima è lei, la Kabaimitrova …Una scena di drammaticità infinita. UOMO – (sbottando di colpo) Nooo!!! …No. Pazzo criminale. Avevo preparato tutto da una vita …Cioè non proprio …Ma nei minimi particolari. Avevo studiato a perfezione le fotografie dei can- tanti in costume. E invece no. Da oggi un povero disgraziato che vuole rapire la protagonista dell'opera e il direttore d'orchestra non può farlo, se prima non ha letto le note di re- gia. Del genio! Uno rapisce la Tosca e il dirett… (Corre alla porta di fondo, l'apre guardando dentro con attenzione. Poi confronta il Maestro con una fotografia che prende dalla tasca. Riverente) Maestro! (Chiudendo la porta. Alla donna) …Siamo si- curi che è lui? Non è un'altra comparsa travestito da diretto- re? DONNA – No, è proprio lui. UOMO – Meno male. (Ricomincia a spostare i giornali imballati) Già che c'ero potevo almeno ammazzarlo il regista. Certo che lui ci avrà pure pensato: una sola Tosca? No, sei. Sei direttori, sei orchestre. Il genio! DONNA – No invece… Lo è davvero. Ha capito cose che altri non han- no capito di me. Ha detto che potrei diventare qualcuno. UOMO – Sì! E intanto ti ha fatto fare la Tosca di scorta. Mi dici che me ne faccio io di te? (Fra sé) Questo mi frega. Cristo, mi sono già fregato! "O esaudite in pieno la mia richiesta o fac- cio saltare le cervella al direttore e alla Tosca" gli ho det- to. (Alla donna) Adesso che gli dico? Che le faccio saltare a te? Alla Tosca bis o ter, se non sei magari l'ultima! Sai che gliene frega a loro. Fa' un po' di differenza ti pare? DONNA – Ah sì! Per me ne fa' anche troppa. UOMO – Troppa dici? Allora sono fregato. (Corre alla porta di fon- do. La apre, riverente) Maestro… (Preoccupato va alla radio, alza il volume: musica) …No, no, ti sbagli. Non fa' nessuna differenza. Perché: primo, il direttore vero ce l'ho, secondo, tu non sarai certo la Kabaimitrova, ma sei sempre un essere u- mano. DONNA – Ah grazie. UOMO – E, anche se si tratta in fondo solo di una lettera in più o in meno, nessuno vorrà avere sulla coscienza la responsabilità di aver permesso che una comparsa diventasse per tutti una scomparsa. DONNA – Eh? …Vorresti dire che… UOMO – E poi io gli ho parlato sempre di Tosca, mai di Vera Kabai- mitrova. Che io volessi rapire lei lo sai solo tu… Quindi se ti lascio, tu, poi racconti tutto e io ci faccio la figura del- lo stronzo. Giusto? (Complice) Giusto? DONNA – (rassegnata) …Giusto. UOMO – Ti tengo. DONNA – Ah! UOMO – Mi dispiace credimi. Non volevo mischiarti in questa fac- cenda, ma… Volevi un ruolo importante? Adesso ce l'hai: sei l'unica delle sei ad essere stata rapita. DONNA – Non ho capito, devo ringraziarti? UOMO – Mi dispiace ti ho detto. DONNA – Eh… Dispiace anche a me. UOMO – E anche a me. Chiuso l'argomento. Fine della conversazione (continua a spostare i giornali). DONNA – (Fra sé) Ma che ci faccio qui con questo pazzo? …A quest'ora potevo già essere a casa. Lo spettacolo sarebbe già finito. Avrei fatto i miei quattro passi e me ne starei tran- quilla sul mio letto… Che situazione di merda! UOMO – (continuando a spostare i giornali) Finiscila con quella lagna. DONNA – Scusa. (Pausa) Senti, io devo parlare, altrimenti non ce la faccio. Ti dispiace? No? …Posso chiederti una cosa? Eh? …Perché hai fatto tutto questo casino? UOMO – (pensando che si riferisca allo spostamento dei giornali) Perché con questo sbaglio di persona mi è ripresa l'agitazione e per calmarmi devo fare un po' di sforzo fisico. DONNA – No, io non dico del perché metti i pacchi, poi li sposti, poi li rimetti che sembri un… hm… Io parlavo di… di quello che hai fatto… cioè, tu avrai avuto anche i tuoi buoni motivi ma… cos'hai scritto nella lettera che hai lasciato? …Le tue richie- ste? Eh? UOMO – (mentre la musica della radiolina sfuma e si sente la voce del 1° cronista) …Zitta! 1° CRONISTA – Ecco… Mi consegnano un foglio. Donatello è attaccato al telefono, quindi tocca a me spiegarvi i motivi del ritardo… Dunque, la notizia è piuttosto seria: Sacrilegio nel tempio della lirica. Mezz'ora fa un commando di terroristi prendeva in ostaggio con la minaccia delle armi il noto direttore d'orchestra e una giovane comparsa. Si barricavi con essi in un ufficio del teatro. Viva trepidazione per la sorte del Maestro. La notizia del sequestro l'hanno avuta in diretta anche i molti paesi stranieri collegati in mondovisione con il teatro… Come? …In questo momento mi dicono che c'è Davide Ottolenghi in di- retta dal teatro. Davide ci sei? 3° CRONISTA – Sì eccomi. Salve a tutti. Queste sono le ultime no- tizie. Sul luogo sono giunte le più alte autorità cittadine che hanno preso in esame la difficile situazione. Ancora non si spiega come il giovane armato abbia potuto introdursi nel tea- tro senza destare sospetti. Da prime indiscrezioni sembra si fosse travestito da guardia papalina e si mescolasse alle com- parse dello spettacolo. Ma ciò che desta maggior preoccupazione è l'apparente mancanza di motivazioni all'assurdo gesto, che le autorità collocano in una generale recrudescenza del terrorismo internazionale. Al vaglio degli esperti, pare ci sia una farne- ticante richiesta, il cui preciso contenuto è… tenuto, per ov- vie ragioni, in gran riserbo. Una richiesta scritta dallo stes- so malvivente che pare confondere ulteriormente i dirigenti del teatro, gli uomini politici e gli ufficiali di polizia presenti e già imbarazzati di fronte al mondo. Dunque ancora nessuna ri- chiesta, per lo meno attendibile, da parte del rapitore per il rilascio degli ostaggi. 1° CRONISTA e UOMO – (insieme) Nessuna richiesta attendibile? 3° CRONISTA – No! Pare proprio di no. E' tutto per ora. 1° CRONISTA – Grazie Davide… D'accordo, ci risentiamo più tardi. UOMO – (spegnendo con violenza la radio) Nessuna richiesta atten- dibile? …Come sarebbe a dire nessuna? Porca lurida maiala. (Al- la radio) Venduti, maledettissimi, fottutissimi venduti. Nessu- na richiesta attendibile! Hai sentito? …Il terrorista! Ma quale terrorista! Nessuna… Ma saranno stronzi! DONNA – Ma tu che hai chiesto? UOMO – Io pretendo dolo una cosa, solo una. E l'ho scritto in modo che non ci potessero essere equivoci. DONNA – Ne sei sicuro? Loro non sembrano dello stesso parere. UOMO – (urlando) E chi glielo ha chiesto il parere. DONNA – Ah! Se fai così non riuscirai mai a farti capire! UOMO – Ma cosa? Non c'è niente da capire. (Apre un pacco. Indossa un frac. Prende una bacchetta da direttore d'orchestra e finge di dirigere) …Beh? DONNA – Beh? UOMO – Allora? DONNA – Allora che cosa? UOMO – Uhm! Senti, se io ti dico che voglio dirigere l'orchestra tu cosa capisci? DONNA – (logica) Che vuoi dirigere l'orchestra… (meravigliata) Co- sa? UOMO – Vedi che hai capito? DONNA – …Puoi ripetermelo per favore? UOMO – Io questa sera dirigo la Tosca di Puccini. Chiaro? (Pausa) …Perché non dici niente? (Lei dopo poco ride incredula) …Che c'è da ridere? (Sorride anche lui) Ti sembra strano? (Ridono entrambi). /.../ N.B. IL TESTO DISPONIBILE IN RETE COMPRENDE SOLO L'INIZIO. PER OTTENERE IL COPIONE COMPLETO, CONTATTARE DIRETTAMENTE L'AUTORE: infogatto@andrea-jeva.it (N.B. togliere il nome dell'animale dall'indirizzo)