“Dispersi nel Pacifico” (atto unico di Andrea Jeva) Personaggi: - LIVIA – sui quindici anni: aspirante giornalista. - ELENA – sui quindici anni: impressionabile, ha paura di tutto, lamentosa. - ENEA - sui quattordici anni: un po’ ingenuo ma sicuro di sé, pratico, spontaneo. - ISAIA – sui quindici anni: sbruffone, saputello, tende a fare il capo. - CLAUDIA – sui quattordici anni, pragmatica, concreta, sanguigna. - LORENZO – sui quindici anni: introverso, meticoloso, diligente. I diritti d'autore di "Dispersi nel Pacifico" sono protetti e tutelati dalla Soc. S.I.A.E. (Società Italiana degli Autori ed Editori). Le rappresentazioni e pubblicazioni sono soggette a royalty. Ogni richiesta relativa ai diritti d'autore, dovrà essere indirizzata a: S.I.A.E. / Sezione D.O.R. / Viale della Letteratura, 30 / 00144 Roma - Italy - L'autore richiede di essere informato per ogni produzione del presente lavoro - L'autore può essere contattato con e-mail (info@andrea-jeva.it) - sito Web: http://www.andrea-jeva.it oppure indirizzare per posta ordinaria ad Andrea Quacquarelli, Via Pinturicchio 1, 06122 Perugia, Italy – Telefono +39/075/5732798 Versione 1 “Dispersi nel Pacifico” (atto unico di Andrea Jeva) (Vediamo un gruppo di ragazzi in piedi e in cerchio. Si tengono abbracciati nel centro dello spazio scenico. Ai margini dello spazio scenico vediamo alcuni oggetti che a mano a mano saranno usati (zainetti, bastoni appuntiti, foglie secche, rami, ecc ). Accovacciata nel centro del cerchio, vediamo Livia con un quaderno aperto sulle gambe che pronuncia ad alta voce quello che scrive) LIVIA - …Siamo tutti così felici! (il gruppo di ragazzi emette un vocalizzo con la consonante “M” iniziando il suono in modo non coincidente l’uno con l’altro) LIVIA - …Finalmente una vacanza studio “intelligente”. Siamo stati tre giorni a Los Angeles… Bello! Uno scalo obbligato… Adesso stiamo andando a Sidney. (alcuni dei ragazzi iniziano ad alternare i vocalizzi inserendo anche la consonante “S” sonora, “V”, “R”, “L”. Un paio di loro continuano con la consonante “M”, simulando il rombo dei motori di un aereo) Livia – (Non appena sente il suono leggermente diverso dei vocalizzi dei compagni, guarda fuori da un immaginario finestrino dell’aereo, come a controllare che tutto vada bene. Poi continua a scrivere) Dai motori dell’aereo si sente un rumore diverso dl solito, ma ho controllato fuori dal finestrino ed è tutto normale per fortuna… Stiamo sorvolando l’oceano Pacifico… Meraviglioso! I professori hanno promesso di farci visitare un villaggio di aborigeni australiani… Per conoscere la loro cultura hanno detto… Non vedo l’ora… potrebbe essere il mio primo “reportage”… Mi piacerebbe tanto fare la giornalista… (improvvisamente Livia inizia a emettere un vocalizzo con la vocale “A” cui si aggiungono tutti gli altri… Tutti insieme emettono il vocalizzo con la “A” che a mano a mano diventa stridente e poi di spavento, poi di panico, infine di terrore… Come ad accompagnare una perdita di quota repentina dell’aereo. Quando tutti finiscono il fiato, interviene un silenzio improvviso, lacerante. Tutti, all’improvviso silenzio, si afflosciano a terra quasi senza vita. Il quaderno di Livia vola in alto fino a cadere a terra. Buio. Musica. Si sente il suono del mare. Dopo poco, la luce sale e vediamo i corpi dei ragazzi a terra in modo disordinato. Sembrano dormire. Poi sembrano svegliarsi uno a uno) ELENA – Che è successo? ISAIA – Non mi ricordo niente… ENEA – Io ricordo solo tante urla… CLAUDIA – Io un grande botto… LORENZO – Il Comandante ad un certo punto ha detto “forced landing” … Ma non ho capito bene… LIVIA – (come un vago ricordo, simulando la radio di bordo) “Flight attendants, take positions for an emergency landing”… Sì! Il Capitano ha detto alle hostess di prepararsi a un “Atterraggio d’emergenza”… Adesso ricordo. (Qualche ragazzo si alza toccandosi alcune parti del corpo doloranti, come a verificare che non si siano fatti male seriamente. Sono visibili alcuni sedili e pezzi dell’aereo sparsi intorno) ELENA – Io dormivo… Perché? Abbiamo avuto un incidente? Ragazzi, …Abbiamo avuto un incidente? ISAIA – E’ evidente che abbiamo avuto un incidente… Non li vedi tutti i pezzi dell’aereo sparsi qua in giro? ENEA – Sì, ma dove sono tutti gli altri? CLAUDIA – Io ho visto il motore dalla mia parte in fiamme… Ma non ho detto niente… ENEA - …Tranquilla, anche se dicevi qualcosa, le cose non sarebbero cambiate… LIVIA – (scorgendo poco lontano il suo quaderno) Il mio quaderno… (Lo prende e se lo stringe al petto felice). Oh, il mio quaderno! LORENZO – (scorgendo un cellulare) Il mio cellulare… (Lo prende) Funziona ancora! (Maneggia sul cellulare). (Tutti, tranne LIVIA frugano nelle tasche, estraendo il proprio cellulare che tentano di accendere) ELENA – Anche il mio funziona! ENEA – Anche il mio! LIVIA - E che ve ne fate qui? CLAUDIA – (delusa) Il mio non si accende… (Riprova ad accenderlo). LORENZO – (guardando il cellulare. Con disappunto) …Sì ma non c’è campo. LIVIA – Infatti… ISAIA – (con il cellulare in mano) E’ logico che non ci sia campo… Siamo in mezzo all’oceano Pacifico, in qualche sperduta isoletta… E’ evidente, no? ELENA – (angosciata) Che facciamo adesso ragazzi? CLAUDIA – (ripete ebete) Che facciamo adesso? …Ragazzi? LIVIA – Sta facendo buio… Dovremmo cercare un riparo per la notte e dormire. Ne parleremo domani con calma… ELENA – (incredula) Dormiamo? Come dormiamo? …E tutti gli altri dove sono? …I professori, dove sono? ISAIA – (guardando poco lontano. Indicando) Ripariamoci lì, sotto quegli alberi… Venite! (Va sotto gli alberi). (Tutti seguono ISAIA senza pensarci. ELENA rimane un po’ indietro. CLAUDIA ritorna da lei e lo accompagna dove sono tutti gli altri) LORENZO – (guardandosi intorno) Sì, mi sembra un buon posto per ripararci e dormire… (Si accovaccia come per trovare la posizione per dormire). ENEA – Io sto di guardia… Poi qualcuno mi darà il cambio… ISAIA – (a ENEA) Ottima idea, bravo! Come ti chiami? ENEA – Io? …Enea e tu? ISAIA - …Isaia. Bravo Enea, bella idea! …Fra un po’ svegliami. Ti darò il cambio io. (Tutti tranne ELENA ed ENEA, si accovacciano per trovare la giusta posizione e dormire) ELENA – (che è rimasta in piedi. Con paura, ad alta voce) …Ma i professori dove sono? (Buio. Si sente il suono del mare. Dopo poco riaffiora la luce. Vediamo LIVIA seduta con il quaderno sulle gambe. Sta scrivendo. Tutti gli altri dormono) GIORNO 1 LIVIA – (scrivendo sul quaderno). GIORNO 1. Ho dormito poco… In effetti, non ho sonno. Con tutti questi fusi orari, chissà qual è il nostro orario fisiologico. Mentre gli altri dormivano, ho convinto Enea a perlustrare la zona. Anche lui non riusciva dormire, anche se adesso (guardandolo) sembra un ghiro (riprende a scrivere). Abbiamo trovato l’aereo. E’ poco distante da qui. Deve aver preso fuoco con l’impatto… C’è una puzza orribile di bruciato. E’ distrutto e in due pezzi. Dentro, al buio, abbiamo intravisto i corpi degli altri. Sono tutti immobili. Saranno tutti morti. Anche i professori, temo. Enea voleva entrare nell’aereo, ma io non me la sono sentita. Certo è che dovremmo verificare con la luce del giorno. Siamo stati sbalzati fuori dallo squarcio dell’aereo, ecco perché, ci siamo salvati. Enea ed io siamo arrivati a una terribile conclusione: noi sei, con molta probabilità, siamo gli unici sopravissuti. Come la prenderà la ragazza che chiede dei professori? (ELENA si sveglia, solleva il busto e rimane seduta a terra. LIVIA Chiude il quaderno) ELENA – (a LIVIA ancora un po’ assonnata) Ciao… LIVIA – Ciao… Sei riuscita a dormire? ELENA – Sì… (Si guarda intorno) Speravo fosse tutto un sogno e invece… E’ tutto vero… (Si mette a piangere). CLAUDIA – (alzandosi con il busto. A ELENA) Dai però, se ti metti a piangere poi piango anch’io… Dai! ELENA - (CLAUDIA ed ELENA si guardano. ELENA smette di piangere) Hai ragione… (Si asciuga le lacrime). ISAIA – (svegliandosi. Si guarda intorno. Poi realizza) …Ma perché? Enea perché non mi ha svegliato? (Lo scuote per svegliarlo). Enea! (ENEA apre gli occhi) …Perché non mi hai svegliato per il cambio? ENEA – (stropicciandosi gli occhi) …Mi ha dato il cambio lei (indica LIVIA). LIVIA – Sì, non avevo molto sonno… LORENZO – (svegliandosi) Ma che ore sono? CLAUDIA – (guarda il suo cellulare) è l’una. ENEA – Ti funziona adesso? CLAUDIA – Sì, gli ho tolto la batteria e poi l’ho rimessa. (Contenta) Tutto a posto! LORENZO – C’hai campo? ISAIA – Come fa ad avere campo? Se non ce l’abbiamo noi non ce l’ha nemmeno lei, no? CLAUDIA – (guardando il cellulare) No, non c’ho campo nemmeno io… ISAIA – Appunto… LORENZO – Sì ma l’una di che? (Guardando il sole) Il sole non mi sembra tanto alto. LIVIA – (a Claudia) Quando sei salita sull’aereo a Los Angeles tu l’hai spento il cellulare? CLAUDIA – Sì, (sentendosi in colpa) perché non dovevo? …l’ho spento come tutti. Così ha detto il nostro professore… LIVIA – E allora abbiamo tutti l’ora di Los Angeles. LORENZO – Quindi adesso a Los Angeles è l’una! LIVIA – Sì ma qui non sappiamo in quale fuso orario siamo… ISAIA – Abbiamo viaggiato 6 ore più o meno da Los Angeles prima dell’incidente, avremo superato 3 fusi orari, più o meno. LIVIA – Quindi saremmo a 3 ore prima di Los Angeles più o meno… Qualcuno ha una mappa? (tutti si guardano senza dire niente) LIVIA – No. Nessuno ha una mappa… ISAIA – Ce ne sarà una nell’aereo, no? Dobbiamo trovarlo l’aereo… Questa è la prima cosa da fare. LIVIA – Sì, già fatto. ISAIA – (indispettito) Come “già fatto”? LIVIA - L’abbiamo trovato Enea ed io, è di là (indica), a 10 minuti da qui. Ci siamo stati stanotte. (breve pausa) ISAIA – Ma come, senza di noi? ENEA – Sì, perché? (breve pausa) LORENZO – E allora? Cos’avete trovato? ENEA – Sono morti tutti… (Pausa) ELENA – Ma come?! …Anche i professori? LIVIA – Là dentro non si muove nessuno… E c’è tanto odore di bruciato… ENEA - …Di carne arrostita direi. LIVIA – L’aereo deve aver preso fuoco dopo l’impatto. ELENA – Di carne arro… (S’interrompe realizzando che sono tutti bruciati, piange). CLAUDIA – (A ELENA) Dai però! …Non piangere. Come ti chiami? ELENA – (piangendo) …Elena. CLAUDIA – Elena, dai, non piangere, m’influenzi… ELENA – (smettendo di piangere) Sì, scusa… (breve pausa) ISAIA – Allora siamo gli unici sopravissuti? …Noi sei? ENEA – …Così sembra. LIVIA – L’aereo si è spezzato in due, noi probabilmente siamo stati sbalzati fuori prima che prendesse fuoco. Tornando abbiamo trovato questo… (indica uno zainetto). LORENZO – (accorrendo verso lo zainetto) Il mio zaino! (Lo apre). ELENA – (speranzosa) Che bello se ritrovassi anche il mio! LORENZO - Il mio diario! (Sfoglia alcune pagine). CLAUDIA – Ma davvero scrivete tutti un diario di viaggio come ci hanno detto i professori? ENEA – Sì, perché? Tu no? CLAUDIA – (poco convinta) Sì… Sì… Anch’io… (A LIVIA) Lo scrivi anche tu, vero? …Ti ho visto prima, mentre scrivevi. LIVIA – Il mio non sarebbe un diario. E’ un reportage… CLAUDIA – E cos’è un reportage? LIVIA – E’ una testimonianza diretta… CLAUDIA – Ah… Ecco. E a cosa serve? ENEA – I giornalisti scrivono i reportage… (A LIVIA) vero? LIVIA – Infatti! Mi piacerebbe tanto fare la giornalista… Dopo il liceo, mi piacerebbe iscrivermi a una scuola di giornalismo. CLAUDIA – Sei brava tu, davvero! ISAIA – Sì, ma pensiamo all’adesso! Non siamo in una bella situazione, mi pare. (breve pausa) LORENZO – Dovremmo organizzarci… Dobbiamo esplorare la zona… Capire se c’è qualche villaggio… E se ci sono abitanti… Altrimenti moriremo… (ELENA piange. Tutti la guardano con rimprovero. Lei smette di piangere a fatica. Breve pausa) ISAIA – Okay, sediamoci in cerchio. Facciamo il punto della situazione. Ha ragione lui (indica Lorenzo), dobbiamo organizzarci… (si siedono in cerchio) LORENZO – La prima cosa è capire se è un’isola… CLAUDIA – E se lo è, siamo intrappolati? (Nessuno risponde), Eh? ISAIA – Sicuro che è un’isola, da Los Angeles a Sidney ci sono solo isole… ENEA – Giusto! Tutto oceano con delle isole. ELENA – Ma senza gli adulti moriremo… Siamo anche intrappolati! (Piange). ISAIA – Prima regola, non piangere… Nessuno deve piangere! D’accordo? (Elena piange). Elena! D’accordo? CLAUDIA – (a ELENA) Dai però… ELENA – (smettendo di piangere) Sì… Sì… Non piango più… LORENZO – Poi, dobbiamo capire se questo è un posto disabitato… ISAIA - E’ chiaro che è un posto disabitato, altrimenti sarebbero già arrivati dei soccorsi… Un aereo che prende fuoco non capita tutti i giorni. ENEA – Giusto! LORENZO – (un po’ smarrito) E allora dobbiamo trovare a tutti i costi del cibo… LIVIA – E dell’acqua… ENEA – E accendere un fuoco… ELENA – E fare del fumo! Così se passa un aereo ci vede… ENEA – Giusto! CLAUDIA – Brava Elena! ISAIA – Okay… Allora… Io sono Isaia, (indicando) lui è ENEA, lei è ELENA. (Agli altri) Voi? LIVIA – Livia. CLAUDIA – Claudia. LORENZO – Lorenzo. (breve pausa) ISAIA – Chi sa accendere un fuoco? (breve pausa) LORENZO – (alzando un braccio) Io. ISAIA – Bene, allora per prima cosa accendiamo un fuoco. ELENA – E deve sempre stare acceso… Con il fumo… (Piange senza far rumore). ISAIA – Elena! (Da un’occhiata a ELENA che smette di piangere. Poi ripete) Sì… Il fuoco deve sempre stare acceso. Poi qualcuno andrà a esplorare l’isola in cerca di cibo e acqua. E in ultimo qualcuno deve andare all’aereo, magari troviamo qualcosa di utile. ENEA – Potremmo trovare anche qualcosa da mangiare! LIVIA – (a LORENZO) Cosa ti serve per accendere il fuoco? LORENZO – Foglie secche… Rami secchi… Delle pietre focaie… Della paglia… CLAUDIA – (scettica) E dove le trovi qui delle pietre focaie con la paglia? LORENZO – Beh, proviamoci… Portiamo tutto lì vicino a quelle pietre (indica un punto fuori scena). ISAIA – Okay! Tutti a cercare quello che serve a Lorenzo. Forza! (Tutti si alzano e si sparpagliano alla ricerca dell’occorrente. Buio. Si sente il suono del mare. Dopo poco riaffiora la luce. Vediamo LORENZO seduto con il diario sulle gambe. Sta scrivendo. Tutti gli altri dormono) GIORNO 2 LORENZO – (scrivendo sul diario) Giorno 2. …Di pietre focaie nemmeno l’ombra… Ma grazie alle foglie secche e dei legnetti, ieri siamo riusciti per fortuna ad accendere il fuoco. E’ già qualcosa… Però io ho fatto una figuraccia imperdonabile. Pensavo di riuscire ad accendere il fuoco con i legnetti… Niente, ho fallito! Claudia invece è stata brava, ci ha stupito tutti. Ha cominciato a soffiare sul legnetto che io ruotavo e come per magia ha cominciato a fare fumo e poi le foglie secche si sono incendiate… Il fuoco, come dice Elena, deve sempre stare acceso, così lo abbiamo messo al riparo di alcune pietre proprio dove dormiamo. Io sono stato designato ad accudire al fuoco, e fare in modo che faccia fumo… Anche di notte, Enea ogni tanto mi darà il cambio. Solo che ho una domanda che non voglio fare agli altri: passerà mai qualcuno da queste parti? (Breve pausa). …Un'altra bella notizia è che abbiamo trovato delle bacche rosse commestibili. All’inizio abbiamo esitato a mangiarle, ma poi ci siamo fatti coraggio e le abbiamo mangiate, per fortuna non sono velenose. Se lo fossero state, avremmo commesso il primo grave errore, saremmo stati tutti avvelenati. Avremmo dovuto invece tirare a sorte chi le avrebbe mangiate per primo. Così, alla peggio, solo uno sarebbe stato avvelenato. Dobbiamo ricordarcelo per il futuro. Dovremmo prendere dei pezzi d’aereo più grandi per fare un riparo migliore per la notte. Ci serve un campo base vero e proprio. (Elena si sveglia e si avvicina senza far rumore a Lorenzo). Solo che dentro all’aereo sono tutti morti dicono Livia ed Enea, e nessuno si è offerto di andarci di nuovo. Poi, sinceramente, io non mi fido degli altri, a parte Isaia, che conosco di vista, ma dagli altri non so cosa aspettarmi. Devo tenere gli occhi aperti… (continua a scrivere). ELENA – (a Lorenzo che si accorge solo adesso di Elena) …Ma è tutto vero, penso sempre che sia un sogno e invece è tutto vero… (Piange cercando di contenersi). LORENZO – Sì… Bisogna rassegnarsi… Non piangere dai… Vedrai che tutto si aggiusterà. ELENA – Ma io ho anche fame… ISAIA – (alzandosi con il busto) Anch’io… Oggi dobbiamo assolutamente trovare qualcosa da mangiare… LORENZO – Ci sono ancora delle bacche vicino al fuoco. ELENA – Io ho pure sete… ISAIA - Dobbiamo a tutti i costi trovare anche dell’acqua dolce. (Sveglia tutti) Forza ragazzi svegliatevi! (A LORENZO) Le bacche comunque fanno schifo! ELENA – …Sì, fanno proprio schifo! ENEA - (svegliandosi) Che succede? ISAIA – Dobbiamo assolutamente trovare del cibo e dell’acqua. Livia! Claudia! Forza svegliatevi! CLAUDIA - …Ma io ho ancora sonno. ISAIA – Forza! Rischiamo di morire di fame… ELENA – E di sete… LIVIA – (svegliandosi) Ieri ho visto degli escrementi di animale vicino alla spiaggia, mentre cercavo legna secca… ENEA – Escrementi? CLAUDIA – “Cacca”! ENEA – Sì, ho capito ma di che animale? LIVIA – Erano a forma di palline… LORENZO – (affermando) I conigli fanno la cacca a palline. CLAUDIA – O i topi. ELENA – Che schifo! Non vorrete mangiare dei topi, vero? LORENZO – Sei tu che hai fame… (Sorride). ELENA – (a LORENZO, piangendo) Perché tu no? Che schifo i topi! Io non li mangio, piuttosto muoio di fame… Ma che schifo (Ripiange). ISAIA – Macché topi, smettila di piangere! Prima regola, nessuno deve piangere! Capito? ELENA - (smettendo a fatica di piangere) Sì sì, ho capito. ISAIA - Gli escrementi a palline le fanno anche le lucertole… Quindi vedi che… ELENA – (interrompendolo) Ma che schifo… (Ripiange). Io le lucertole non le mangio! …Ma nemmeno morta! (Piange). CLAUDIA – Puoi sempre mangiare le bacche. (Bonaria) Smettila di piangere, dai, ce n’è quante ne vuoi… ELENA – Le bacche? …Mangiatele tu! (Ripiange). ENEA – …Dai Elena, l’importante è non morire di fame. LIVIA – Secondo me potremmo trovare dei conigli selvatici. ELENA – (lamentandosi) Io ho anche sete… LIVIA – Sull’aereo ci sarà ancora dell’acqua, no? Vieni con me? Ci andiamo insieme, vuoi? ISAIA – Un momento. Facciamo così, distribuiamo i compiti. (A LIVIA) Tu ed Elena andate all’aereo e portate tutto quello che può essere utile. Tu Lorenzo stai qui ad alimentare il fuoco. ELENA - …E il fumo! ISAIA – (a ENEA) Tu e Claudia andate alla ricerca di qualche animale da mangiare. Io vado a esplorare l’isola. LORENZO – Sì ma poi chi ammazza l’animale? Io non sono capace. CLAUDIA – Se troviamo un coniglio io so come si ammazza. ISAIA – E come? CLAUDIA – Beh, (facendo il gesto) lo si prende dalle zampe e gli si sbatte la testa contro una pietra grande. ENEA – No, bisogna prenderlo per le orecchie (mostra il gesto), farlo ruotare velocemente, e poi lanciarlo in alto, quando ricade muore. ELENA – (dopo un attimo) Ma che schifo! ISAIA – Okay, prima però bisogna trovarlo l’animale. Siamo tutti d’accordo sulla distribuzione dei compiti? LIVIA – Sì per me va bene, (riferendosi a ELENA) Io e lei andiamo all’aereo. LORENZO – D’accordo, io tengo vivo il fuoco… (A ELENA) E il fumo… (Sorride avviandosi verso il fuoco). ISAIA – Ci ritroviamo qui fra qualche ora. ENEA – (riferendosi a CLAUIA) Noi dovremmo procurarci dei bastoni, se vogliamo catturare qualche animale… CLAUDIA – Sì, ce li procuriamo strada facendo… ISAIA – (a tutti) A dopo allora… TUTTI – A dopo! (si sparpagliano a gruppi andando ognuno nella propria direzione. Buio. Si sente il suono del mare. Dopo poco riaffiora la luce. Vediamo CLAUDIA in piedi rivolta al pubblico. Tutti gli altri, tranne ISAIA che non è tornato, dormono) GIORNO 3 CLAUDIA – (al pubblico) Oggi è il giorno 3. Cosa importantissima! Lorenzo ha trovato una sorgente d’acqua dolce vicino alle pietre dove abbiamo fatto il fuoco. E’ un piccolo filo d’acqua, ma continuo, ha detto Lorenzo, ed è sufficiente per tutti noi. Invece ieri Livia ed Elena non hanno trovato niente di utile sull’aereo… Ma tanto loro non trovano mai niente. Trovano solo zaini! Ieri ritornando hanno ritrovato anche lo zaino di Elena e di Enea. Enea aveva dei cioccolatini dentro e ce li siamo mangiati dopo cena come dessert. Sì perché Enea ed io ci siamo riusciti! Abbiamo catturato un bel coniglio! Io l’ho visto dietro un cespuglio. Con un bastone l’ho colpito fortissimo sulla testa ma dopo un po’ si è ripreso e ha cercato di scappare. Enea l’ha ricolpito con il suo bastone ma non troppo forte, e quindi il coniglio continuava a muoversi per allontanarsi. Allora io l’ho preso per le gambe di dietro e l’ho dato a Enea che ha usato il suo metodo: (mostrando i gesti) l’ha preso per le orecchie, l’ha ruotato velocissimo e poi l’ha lanciato in alto. Quando il coniglio è ricaduto… Incredibile! Si muoveva ancora. Secondo me Enea ha avuto paura di riprenderlo. Così l’ho preso io di nuovo per le gambe di dietro e gli ho sbattuto la testa più volte su una pietra che per fortuna era abbastanza grande. Così è morto. Il sangue gli usciva da tutte le parti, poverino. L’abbiamo portato al campo e con due sassi affilati Enea ed io l’abbiamo scuoiato e fatto a pezzi, insomma… In effetti… Senza coltello… Abbiamo fatto un casino per tagliarlo… Sangue e ossa dappertutto! …Poi Lorenzo ha abbrustolito i pezzi di carne sul fuoco. Quando sono tornate le ragazze, lo abbiamo mangiato, ma nessuno voleva la testa, per fortuna Enea si è sacrificato e l’ha mangiata lui. Era tutto buonissimo, finalmente non solo bacche rosse! C’è un problema, però… ISAIA non è tornato. Chissà dov’è finito. Enea ha detto che secondo lui è scappato. E prima di mangiare il coniglio Lorenzo ha detto: - Meglio così! Sta sempre a fare il capetto! –. E Livia: - Sì, è proprio antipatico, ma è stato coraggioso a offrirsi di esplorare l’isola -. Elena ha poi aggiunto che era d’accordo con Lorenzo: - Più tardi arriva, meglio è! -. E Lorenzo ci ha confidato che lui Isaia lo conoscevo di vista a scuola, ma non sapeva che fosse così arrogante… Ha detto proprio così. Arrogante! Che bella parola! LORENZO – (svegliandosi. A CLAUDIA interrompendola, con rimprovero) Ma cosa stai dicendo? CLAUDIA – (saputella) Il mio reportage, Lorenzo. LORENZO – Che reportage? Che ne sai tu di reportage? CLAUDIA – …La testimonianza diretta, come dice Livia. LORENZO – (afferrando la cosa) Ahh, il diario di viaggio! E ci scrivi quelle cose? CLAUDIA – No, io non sono brava a scrivere, lo faccio a mente e me lo dico a voce. LORENZO – Ma il diario non si dice a voce alta, sono dei segreti, se poi ti sente Isaia? CLAUDIA – Perché hai paura di lui? LORENZO – Macché paura… E’ una questione di tatto… CLAUDIA – (non capendo) Tatto? …E cos’è? ELENA – (svegliandosi. Interrompendoli) Ma che casino fate! Finalmente ero riuscita ad addormentarmi e mi avete svegliata… (Piange). LIVIA – (svegliandosi) Che palle però! (A ELENA) E smettila di piangere… Ci salveremo vedrai… CLAUDIA – (rivolta al pubblico) Ha detto proprio così: “Che palle!” …Non me l’aspettavo da lei. Poi anche Enea si è svegliato e ha chiesto… ENEA – (svegliandosi) E’ tornato Isaia? LORENZO – No… ENEA – Secondo me è davvero scappato… LIVIA – Sì ma rifletti, dove? Se questa è un’isola, e questa è sicuramente un’isola, dove può scappare? ELENA – Secondo me è morto… Anzi, è morto vi dico! (Sta per piangere). LIVIA – Non piangere cazzo! Sarà caduto! Si sarà fatto male a una gamba! Non riesce a tornare… Tutto qui. CLAUDIA – (rivolta al pubblico) Ha detto proprio “cazzo!”, (compiaciuta) è interessante sta ragazza! …Ma poi ha aggiunto… LIVIA – (a Elena che piange) Scusa, dai. Scusami… CLAUDIA – (rivolta al pubblico) E ha rovinato tutto! LIVIA - (a ELENA) …E’ che siamo tutti un po’ nervosi, (tesa) siamo in una situazione di merda… CLAUDIA (al pubblico) Aspetta aspetta… LIVIA - Scusa… (Claudia è delusa) In una situazione difficile. Dobbiamo farci coraggio a vicenda. Stare uniti, capisci? ENEA - …E se avesse incontrato un animale feroce? CLAUDIA – Chi? LORENZO – Isaia no? “Chi” …”Chi” dice lei… CLAUDIA – (a LORENZO) Embeh? ENEA – Magari è stato sbranato da un leone… LORENZO – Macché “leone”, non siamo mica in Africa. ENEA – Va beh, avrà incontrato un altro animale feroce… Un serpente velenoso… Toh, un serpente marino velenoso… Ecco! ELENA – Perché, ci sono anche i serpenti marini velenosi qui? (Impaurendosi, guardandosi intorno) Oh madonnina… LIVIA – Che sega… Fermi tutti! Basta con questi discorsi. Pensiamo alle cose positive. L’acqua e il cibo l’abbiamo trovato… Il fuoco ce l’abbiamo… Che vogliamo di più? LORENZO – E’ importante tenere anche il conteggio dei giorni, anzi, facciamolo tutti, così non ci sbagliamo. Poi ho pensato che dobbiamo tenere tutti il cellulare spento tranne uno a turno con attivato il GPS, magari qualche genitore ci può trovare così… Dobbiamo mantenere la carica delle batterie il più a lungo possibile… CLAUDIA – (guardando il suo cellulare) Il mio ha una tacca. LIVIA – Appunto, spegnilo. ELENA – Ma se non c’è campo anche il GPS non funzionerà… ENEA – Giusto! LORENZO – No, un mio amico ha ritrovato il suo cellulare solo con il GPS… Possiamo provarci, no? Dai, spegnete i vostri cellulari, tengo acceso solo il mio per adesso… LIVIA – Io direi che qualcuno dovrebbe cercare Isaia, magari si è fatto davvero male e ha bisogno di aiuto. LORENZO – Se qualcuno mi da il cambio per il fuoco, ci posso andare io… ENEA – No no, ormai l’esperto del fuoco sei tu… Vado io a cercare Isaia. CLAUDIA – (a ENEA) Posso venirci anch’io? ENEA – Se vuoi… CLAUDIA – (prende due bastoni) Però ci portiamo questi bastoni appuntiti, così se incontriamo un animale feroce, lo ammazziamo… ENEA – D’accordo… (A ELENA e LIVIA) Voi potreste tornare sull’aereo e cercare per bene, ci sarà qualcosa che ci potrà servire, no? ELENA - …Ma sempre noi due dobbiamo andare sull’aereo? CLAUDIA – Va bene, allora sull’aereo ci andiamo Enea ed io, (a ENEA) ci stai? (ENEA annuisce. Poi riferendosi a LIVIA ed ELENA) Voi andate a cercare Isaia… (Prende un bastone appuntito e lo porge a ELENA) Toh, prendi questo. ELENA – (prendendo il bastone. Impacciata) …E che ci faccio? ENEA – Ci ammazzi l’animale feroce, no? ELENA – (impaurita, butta via il bastone) Ma chi io? LIVIA – (raccogliendo il bastone) Dai lo prendo io… Andiamo. Lorenzo, mi raccomando il fuoco… ELENA – E il fumo… LORENZO – Sì sì, tranquille… Devo solo procurarmi un po’ legna, (indicando) laggiù ho visto un sacco di rami secchi. ENEA – Andiamo allora. Ci vediamo fra un paio d’ore. (Tutti escono di scena tranne ENEA che fa per uscire ma poi si accovaccia al centro della scena con il diario in mano e inizia a pronunciare quello che scrive) 2^ Settimana ENEA – (scrivendo sul diario) 2^ Settimana. Isaia non è più tornato. Gli sarà successo qualcosa di sicuro. Livia ed Elena sono molto preoccupate, ma ce la stiamo cavando bene. I conigli selvatici ci stanno salvando, ce ne sono tantissimi. Claudia ed io siamo diventati bravissimi a ucciderli e a scuoiarli e Lorenzo è diventato bravissimo ad arrostirli. Tutto sommato, se non fosse per la nostalgia e la mancanza di Isaia, staremmo benissimo. Abbiamo anche scoperto perché Elena e Livia non trovavano mai niente sull’aereo… Non ci entrano proprio nell’aereo! Per la puzza dei morti hanno detto… Ma io penso che non ci entrino per paura di vedere i nostri compagni morti… Così sull’aereo ci andiamo io Claudia e qualche volta Lorenzo, quando io gli do il cambio al fuoco. Effettivamente sull’aereo c’è uno spettacolo impressionante… Tutti morti bruciati, anche i professori… Poveracci… Ma non importa, la cosa fondamentale adesso è sopravvivere. Lorenzo ha anche trovato il modo per ricaricare le batterie dei telefoni… E’ incredibile, ma sull’aereo c’è ancora corrente elettrica! Li ricarichiamo lì e ne teniamo sempre uno acceso con il GPS attivato, chissà se funziona senza campo… Sta di fatto che ancora nessuno si è fatto vivo, non è passato nemmeno un aereo o una nave e il fuoco lo teniamo acceso praticamente solo per cuocere i conigli, anche se Elena insiste per tenerlo sempre acceso e fare fumo… Povera illusa… Devo dire una cosa. Io mi sono affezionato in modo particolare a Claudia: è davvero in gamba e non ha paura di niente! Livia invece è davvero strana, da diversi giorni sta ore e ore a guardare il mare e scrive in continuazione… Ma che se ne farà del suo reportage, tanto nessuno ci ritroverà… Io mi sono rassegnato. Chissà in che punto del Pacifico è atterrato il nostro aereo. Sono sicuro che per cercare un atterraggio di fortuna il Capitano si è allontanato dalle rotte abituali… Sicuramente è così e mai nessuno ci ritroverà. Mai nessuno… Dovremmo essere bravi invece a formare una comunità su quest’isola, ecco il punto, potremmo farcela! Dovremmo iniziare a pensarci secondo me, solo che chi glielo dice a Elena… Ormai ha paura anche della sua ombra… Adesso per esempio è due o tre giorni che è preoccupata perché dice che ha visto una sagoma nera aggirarsi di notte fra gli alberi… Ma secondo me si sta inventando tutto con l’immaginazione. Claudia ed io abbiamo controllato con i bastoni ma non abbiamo mai trovato niente… Sì, Elena può essere il vero problema… ELENA – (entrando in scena con LIVIA. Agitata) Enea ma che hai fatto? ENEA – (stupito) …Che ho fatto? ELENA - Il fuoco! Si è spento! Lo sapevo! Di te non ci si può fidare… (A LIVIA) Te lo dicevo io… (Chiamando ad alta voce) Lorenzo! Lorenzo! ENEA – (chiamando ad alta voce) Claudia! Claudia! CLAUDIA - (accorrendo con un bastone in mano, preoccupata) Che c’è? ENEA – Aiutami dai, il fuoco si è spento. Riaccendiamolo, dai! LIVIA – (a ENEA) No. Il fuoco non si è spento, sei tu che l’hai fatto spegnere! ELENA – Ha ragione Livia! …Sei proprio un ragazzino! (A LIVIA) Te lo dicevo io… ENEA – (a ELENA) …Lo riaccendiamo il fuoco, dov’è il problema? LIVIA – E se fosse passata una nave proprio adesso? ELENA – Esatto! ENEA – Dai Livia, non ti ci mettere anche tu, chi vuoi che passi, nessuno ci ritroverà… Non l’hai capito nemmeno tu? Staremo qui per sempre. LORENZO – (entrando in scena) Cos’è successo? (A ELENA) Perché mi hai chiamato? CLAUDIA – Sì è spento il fuoco… Guarda! (Indica il luogo fuori scena dove dovrebbe essere il fuoco). LORENZO – Cavolo! ELENA – No, (indicando ENEA) non si è spento, lui l’ha fatto spegnere… ENEA – (interrompendola) Io l’ho fatto spegnere… Mi sono distratto… Che c’è di male? Lo riaccendiamo. Dai Lorenzo Claudia, riaccendiamolo, se no si rimette a piangere. LORENZO – Guardate cos’ho trovato io invece, sull’aereo? (Mostra una piccola cassa bluetooth). CLAUDIA – (dopo poco) E cos’è? LORENZO – Una cassa bluetooth. ELENA – E che ce ne facciamo? ENEA – (prendendola in giro) Ci accendiamo il fuoco… (a ELENA) Che ci si può fare con una cassa bluetooth? Eh? Ci saliamo sopra e ce ne torniamo a casa… (Le fa una smorfia). LIVIA – Dai Enea, smettila. (A ELENA) Ci possiamo ascoltare la musica… La nostra musica… CLAUDIA – Ah ecco, dicevo io… Non il fuoco… LIVIA - Che bello! Bravo Lorenzo! Sei il migliore di tutti noi. Davvero. (LIVIA e LORENZO Si guardano) LORENZO – (impacciato, a LIVIA) Sì… Grazie. (Mostrandole la cassa bluetooth) Gli ho anche caricato la batteria sull’aereo. LIVIA – …Ti faccio sentire uno dei miei pezzi preferiti (accende il suo cellulare). ELENA – Sì ma prima riaccendiamo il fuoco, per favore… ENEA – Guarda che non è così semplice accendere il fuoco. ELENA – Appunto… (Gli fa una smorfia) …Ragazzino! CLAUDIA – (stizzita. A ELENA) E allora accendilo tu il fuoco, no? …Matusalemme. ELENA – (fa una smorfia anche a CLAUDIA) …Ragazzina pure tu! CLAUDIA – (agitando il bastone verso ELENA) Guarda che ti faccio fare la fine dei conigli… (Prima sembra uno scherzo, poi la situazione diventa seria con CLAUDIA che cerca di colpire con il bastone ELENA). LIVIA – Smettetela, dai… (Li dividono) Pensiamo al fuoco, io ho un’idea. Potremmo usare i miei occhiali. ENEA – …Giusto! CLAUDIA – (a ENEA) Gli occhiali? ENEA – Sì… Possiamo usarli come una lente. CLAUDIA – (a ENEA) Come una lente? LIVIA – (a CLAUDIA) Non hai mai acceso un foglio di carta con una lente d’ingrandimento? CLAUDIA – No… Perché si può? LORENZO – Certo che si può. Brava Livia! CLAUDIA – E perché non ce l’hai detto prima, scusa? LIVIA – Perché ci ho pensato solo adesso. Dai accendiamo il fuoco. (A LORENZO) Abbiamo delle foglie secche? LORENZO – Sì ce ne sono tantissime, là. (Escono tutti fuori scena in direzione del fuoco. La scena rimane vuota. Si sentono le loro voci. LORENZO dice: - “Ecco ecco funziona, fa fumo…” -. Dopo poco ENEA dice: - La foglia si è incendiata! Brava Livia! -. ELENA dice: - Che bello! Abbiamo di nuovo il fuoco! Il fuoco! -. Nel frattempo è entrato in scena ISAIA con uno zainetto sulle spalle. Si guarda intorno. Sente le voci. Guarda in direzione delle voci. Dopo poco entra in scena ELENA) ELENA – (entrando in scena. Meravigliata) Isaia! (Si abbracciano) …Pensavamo fossi morto, che bello rivederti. (Entrano in scena tutti dicendo meravigliati: - Isaia! -) ISAIA – (a ELENA) Sono contento anch’io di vederti… (A tutti) Di vedervi… Come state? LORENZO – Bene… LIVIA – Noi stiamo bene, e tu? ISAIA – Benissimo… Ho scoperto un sacco di cose. ELENA – Racconta allora… LIVIA – Ma cosa ti è successo? ENEA – Ti sei ferito? CLAUDIA - Sei caduto? ISAIA – No no… Tutto bene… L’isola è bellissima di là (indica). Ci sono un sacco di alberi da frutta. ELENA – (interessata) Davvero? ISAIA – Papaia… Cocco… Frutti strani dolcissimi… Acqua, ho trovato anche una piccola sorgente d’acqua… CLAUDIA – (interrompendolo) Anche Lorenzo l’ha trovata. E’ proprio lì (indica), fra le pietre, dove accendiamo il fuoco… LIVIA – (sedendosi) Dai però, racconta… (Tutti si siedono formando un cerchio. LIVIA con la cassa bluetooth fa partire una musica: “Dramamine” dei Modest Mouse) ISAIA – (estraendo il diario dallo zainetto) Ho scritto tutto qui sul mio diario… (Apre il diario). Quando sono andato via per esplorare l’isola, ho subito ritrovato poco lontano da qui il mio zaino, con tutte le mie cose intatte… (Estraendo quello che nomina) il mio orsacchiotto… Il mio ciondolo portafortuna… ecc. C’erano anche delle cose da mangiare… Crackers, una tavoletta di cioccolato, della mele… E’ stato tutto così bello che m’è venuta voglia di stare un po’ da solo con le mie cose. Dopo quello che ci è successo, mi hanno aiutato a ritrovare anche me stesso. Ne avevo bisogno. Così mi sono messo a camminare, camminare… Sono arrivato dall’altra parte dell’isola. Lì è meravigliosa, ci sono un sacco di palme da cocco che s’inclinano sulla sabbia della spiaggia… Come nelle fotografie di luoghi esotici. Poi ho alzato lo sguardo e ho visto una specie di collina con in cima un grande masso sporgente. Sembrava che potesse cadere da un momento all’altro tanto era sporgente… Ma non cadeva, non cadeva, capite? Così ci sono andato sopra e nel cammino ho incontrato altri alberi da frutta, un sacco di bacche… CLAUDIA – Rosse? ISAIA – Sì, rosse… ELENA - Che schifo… ISAIA – No, quelle erano buonissime, davvero… CLAUDIA – Ti piacevano perché avevi fame… Sai cosa facciamo? Enea ed io ti ammazziamo un bel coniglio per festeggiare il tuo ritorno, vedrai quanto è buono, Lorenzo l’arrostisce alla perfezione, altro che bacche rosse! ISAIA – …Grazie! LIVIA – E poi? ISAIA - …E poi è successo il miracolo, fra i sassi quasi in cima ho scoperto una piccola sorgente d’acqua… Era freschissima… Non mi serviva altro. Mi sono seduto sulla grande roccia e mi sono messo a osservare… Per giorni e giorni solo a osservare, e dormire lì sulla roccia. ENEA – Che bello! ISAIA - Sì, bellissimo. Tutto intorno a me vedevo solo l’orizzonte e l’oceano… oceano e orizzonte. E così ho capito… ELENA – …Cos’hai capito? ISAIA - Noi abbiamo bisogno di guardare lontano, un bisogno fisiologico di guardare lontano. In città lo sguardo prima o poi si ferma su un palazzo, o su una collina, ma da lassù, su quella roccia, lo sguardo va lontano lontano…. E con lo sguardo lontano, iniziano i pensieri… Provate anche voi! (Indica l’orizzonte verso il pubblico. Tutti alzano lo sguardo in quella direzione). Soffermatevi sull’orizzonte… E quando iniziano i pensieri, sapete cosa succede? Si comincia a riflettere, in modo serio… Non solo! Ci si fanno delle domande, tantissime domande: Perché sono umano per esempio? Perché non un animale, o un insetto, una farfalla? Perché non una pianta? Non una bacca, non una roccia? Perché sono così come sono? …Geloso …Invidioso …A volte meschino, a volte arrogante… Certe volte allegro… Altre volte triste… (Breve pausa) E tante altre cose ancora. Quando ci si fanno così tante domande, vi assicuro, non servono le risposte per capire… Bastano solo le domande… E tutto diventa più chiaro… Più comprensibile… Basta guardare lontano… Lontano… Lontano… (Tutti continuano a guardare incantati l’orizzonte verso il pubblico. La luce cala lentamente. La musica rimane. Dopo poco: Buio. La musica finisce e si sente un grande trambusto. La seguente scena avviene al buio) LIVIA – (agitata) Ecco la vedo… E’ lì! LORENZO – Ma cosa? ELENA – Eccola, sì! La sagoma nera! LIVIA – E’ lì fra gli alberi! E’ enorme! LORENZO – Sì, ma dove? LIVIA – Fra gli alberi verso la spiaggia! ELENA – Enea! Claudia! Presto! Si sta avvicinando qui! Ci ammazzerà! CLAUDIA – (svegliandosi) Ma che avete da urlare! LORENZO – Sì, adesso lo vedo anch’io! Quant’è grande! ENEA – Ma cosa? LIVIA – La sagoma nera! Si muove! Viene qui! Viene qui! ELENA – Presto, fate qualcosa! Vi prego… E’ feroce lo sento! Presto! Fate qualcosa! Enea! Claudia! LORENZO – (meravigliato) Quant’è grande! Ma che cosa sarà? ENEA – Dai Claudia vieni, prendiamo i bastoni! CLAUDIA – Cazzo la sagoma nera! (Riferendosi alla parola “cazzo”) …Quando ci vuole ci vuole! Dai Enea, tu vai a destra io a sinistra! Lo faccio fuori lo faccio! (Verso la sagoma) Ti spacco la testa come un coniglio ti spacco! (Nel frattempo la sagoma si è mossa fra il pubblico. ENEA e CLAUDIA si avvicinano e la cercano fra il pubblico come fossero alberi, urlano “Prendiamolo dai!”… Tagliamogli la strada… Di qua… Ecc. Sbattono i bastoni per terra. ISAIA che è fra il pubblico dice: “Ma sono io, Isaia… Claudia, Enea, sono io… Isaia…”. Ma ENEA e CLAUDIA non lo sentono, lo coprono con le loro urla. Dopo poco cominciano a colpirlo con i bastoni… Isaia si lamenta, poi a un ultimo, stramazza al suolo con un rantolo nello spazio vicino al fuoco sparendo alla vista del pubblico. ENEA dice: - Ce l’abbiamo fatta, brava Claudia! Qua il cinque! -. Battono il cinque. Poi tornano dove sono gli altri e si accovacciano. “L’abbiamo fatto fuori!”. Poi silenzio. Affiora il suono del mare. Dopo poco sale la luce. Vediamo ELENA seduta con il suo diario di viaggio sulle gambe, scrive. Gli altri dormono. Sentiamo che LIVIA piange) Giorno 16 ELENA – (scrivendo) Giorno 16. (Breve pausa) E’ successa una cosa terribile! (Si sente Livia piangere). Due giorni fa Enea e Claudia hanno ammazzato Isaia. Sì, proprio così. (Breve pausa. Si sente Livia piangere). L’hanno scambiato per l’animale feroce che tutti in un certo senso, aspettavamo. Stento a crederci ancora, ma è così. Stranamente non mi viene da piangere… Eppure mi ero affezionato a Isaia… Ma niente, non una lacrima. In questi due giorni ho guardato continuamente l’orizzonte, come ci ha insegnato Isaia. Forse è per questo, forse ho capito quello che intendeva lui… Non so… Effettivamente mi sento diversa… Come se fossi cresciuta di colpo. Forse, non so… (Breve pausa. Si sente Livia piangere). Livia invece piange in continuazione, non ne posso più… Da quando è successa questa cosa terribile, non smette di piangere… E’ stupido dirlo, lo so, ma sembra me… M’innervosisce… Ma non c’è niente da fare, neanche Lorenzo riesce a farla smettere. L’abbiamo seppellito lì dov’è caduto, Isaia. Poverino. Vicino al fuoco… E’ stato davvero triste… E nessuno da allora dice più una parola… Tutti scrivono sul diario o dormono. Io invece, solo adesso, dopo aver guardato in continuazione l’orizzonte, ho trovato la forza di scrivere sul mio diario. Anche Livia scrive spesso, ma anche scrivendo non smette di piangere. E’ troppo emotiva! Secondo me non potrà mai fare la giornalista. Per fare la giornalista bisogna essere distaccati dagli eventi, come me… Prima, è vero piangevo anch’io per un niente, ma lo facevo con distacco, per stemperare la situazione, come dire, di merda… Livia invece ci crede… Non si può essere giornalisti se si è così impressionabili… Credo… Forse io, adesso, potrei… Fare la giornalista! Ci penserò! (Breve pausa) Chissà quanto tempo ci toccherà stare qua… Enea dice che staremo qui per sempre… Certo è che questa cosa del GPS secondo me, non funziona e il fuoco l’abbiamo fatto spegnere… Nessuno vuole riaccenderlo, nemmeno con gli occhiali di Livia. E’ tutto così triste… Io però mi sento forte… Lo riaccenderò io il fuoco…. E farò tanto fumo che ci vedranno ovunque! Adesso ho sonno però, e farò bene a dormire… Ma quando mi sveglierò, vedranno tutti una nuova Elena, te lo prometto caro diario! Ciao, a presto! (Da un bacio al diario). (ELENA si sdraia a terra e inizia a dormire. Dopo poco, Livia si alza, non piange più. Raggiunge il centro della scena si accovaccia con il diario sulle gambe. Sta un po’ con lo sguardo rivolto all’orizzonte sopra il pubblico. Poi inizia a scrivere dicendo ad alta voce quello che scrive. Tutti gli altri dormono) LIVIA – (scrivendo) Giorno 16. (Breve pausa. Poi scrive) FINE. (Breve pausa. Poi continua a scrivere) Sì, forse ha ragione Elena, non sarò mai una giornalista… Sono troppo emotiva e poco distaccata… Ma sicuramente posso scrivere delle belle storie, o almeno interessanti, credo. Questa che ho scritto su questo volo la chiamerò provvisoriamente “Dispersi nel Pacifico”. Ho dovuto terminarla così perché stava prendendo una piega troppo tragica. Ho sentito il bisogno di scrivere la parola FINE. Non so se la continuerò questa storia. Forse sì, forse no. Vedrò. Mi affascina sì, però mi dà anche angoscia. (Si guarda intorno) Tutti dormono, chissà in quale fuso orario siamo. Certo è che ho fatto fare una brutta fine a Isaia… Per fortuna lui è qui sull’aereo poco distante e anche lui sta dormendo… Chissà se si chiama davvero Isaia… Ed Elena si chiamerà davvero così? E Lorenzo? Claudia? Enea? …Bah, quando si sveglieranno, glielo chiederò. Dieci minuti fa il Capitano ha annunciato che abbiamo iniziato la discesa verso Sidney. Ha detto che la temperatura al suolo è di 24 gradi centigradi e la giornata e soleggiata con un po’ di vento… (Tutti ricominciano a fare da sdraiati il vocalizzo della “M”, simulando il rombo dei motori di un aereo. Anche Isaia da fuori scena farà la “M”) LIVIA - Fra poco saremo in Australia, finalmente. Il bello di questa vacanza studio deve ancora cominciare. Se poi andremo in un villaggio di Aborigeni come hanno promesso i professori, sarà fantastico! Magari scrivo una storia anche su di loro, perché no? Ormai c’ho preso gusto (sorride). (Anche Livia si aggiunge con il vocalizzo della “M”. Quando si suppone che l’aereo tocchi terra, faranno tutti il rumore delle turbine con l’inversione della spinta per frenare) LIVIA – Sveglia ragazzi! Siamo atterrati! Benvenuti in Australia! (Tutti applaudono a lungo il pilota per l’ottimo atterraggio) ALCUNI – Bravo Pilota! ALTRI - Bravo Comandante! (gli applausi continuano. Buio) - FINE - Perugia, 5 gennaio 2016 Perugia, 18 aprile 2016 22